lunedì 25 gennaio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/323: ninna nanna del fiocco di neve



 

Più me ne sto chiusa in casa, più penso all’importanza dei riti anche nelle piccole cose della vita quotidiana.

Il mattino presto, d’inverno quando fuori è ancora buio, mettere la vecchia moka di famiglia sul fornello, aspirare il profumo del caffè che sale, ascoltare il gorgoglio della bollitura, versare il caffè nella tazzina preferita, sfogliare i giornali, uscire sul balcone a fumare la prima sigaretta.

Andare a passeggio nelle strade fumando la prima sigaretta. Quello che il comune vorrebbe impedire di fare ai fumatori entro il 2025. Lo scrittore Antonio Scurati, nell’articolo «Un divieto ipocrita, fumerò all’aperto (senza disturbare)»  definisce “la scelta della giunta meneghina ipocrita e perfino ridicola”. Non sono una fumatrice, ma condivido appieno le sue argomentazioni e la sua analisi e l’invito alla disobbedienza civile viste le premesse. I milanesi vivono in una delle regioni più inquinate dell’intero pianeta, gli spazi di libertà personale sono stati ridotti anche dalla pandemia, il corpo patisce nello stare rinchiuso, “non esiste una vita immune”. Ciò premesso cari amici e amiche fumatori e fumatrici – molti più di quanto i moderni savonarola immaginino – se sarà necessario me ne andrò in giro per Milano con la sigaretta accesa per difendere il vostro diritto di fumare in un’aria pervasa dalle polveri sottili.

Ma ritorniamo ai piccoli riti della vita quotidiana senza tenere in conto lavoro, fabbriche, uffici e scuole. Tengo in considerazione solo i frammenti di tempo liberato durante la giornata: la pausa caffè, la pausa pranzo, la passeggiata serale, la spesa prima di rientrare e provare quella gioia del rientro di cui scrivevo ieri.

Un rito che adoravo da bambina era aiutare mia madre a preparare la cena, apparecchiare la tavola e poi tutti insieme, il fratellino ancora nel seggiolone, guardare il telegiornale delle venti. Il mondo entrava nelle case solo a quell’ora, le notizie riguardavano cose accadute il giorno prima, i commenti rispettavano i bilancini politici che hanno sempre governato la vita pubblica degli italiani.

Poi c’era Carosello, le abluzioni serali, lavare i denti, mettere il pigiamino, salutare mamma e papà e andare in cameretta con il fratellino che non si faceva imbrogliare. Alle ventuno, quando iniziava il film – lunedì, giovedì e sabato se la memoria non mi tradisce – tornare di soppiatto in soggiorno e poco dopo sentire lo scalpiccio dei piedini rivestiti dalle ghette del pigiama e vederlo sbucare e poi arrampicarsi in braccio a un genitore e riaddormentarsi poco dopo tutto felice.

I riti serali della vita adulta non hanno più la consolazione di qualcuno che viene a rimboccarti le coperte fino al collo, spostare il cuscino perché la spalla sia ben posizionata e raccontarti o leggerti una fiaba o cantare una ninna nanna per farti addormentare. Così mi dedico da sola questa

 

 

Ninna nanna del fiocco di neve

 

E adesso dormi piccolo fiocco, dormi

mentre ascolti la mia voce e sogni

di cadere, di lasciare la nuvola soffice

e scoprire il vasto mondo che sta laggiù.

Dormi mia piccola neve e copri con

il tuo candore tutta l’oscurità che abbiamo

intorno. Io sarò sempre dove sarai tu,

infreddolita e salva nei nostri sogni

di oro e rosa.

 

I riti serali degli adulti contemporanei spaziano dalla play-station, alle serie tv divorate a tre puntate alla volta, al romanzo letto come se, finalmente, si fosse approdati su un’isola dopo il naufragio. E poi ci sono i vari social, il tempo che da frammenti si spappola, si scheggia e dalle ore passate a compulsare lo schermo, non avremo ricordo e non avremo imparato nulla.

Riprendere le lunghe conversazioni serali davanti al camino acceso è uno dei privilegi della Casa delle Parole. Dare vita al tempo e tempo alla vita, dare senso, costruire senso, lasciare libere le immaginazioni, un buon bicchiere di vino rosso davanti o una tisana bollente. Poi mettere sul fuoco la zuppa per il giorno dopo, impastare il pane per farlo riposare, uscire a guardare le stelle che lontano dalla città silenziosa risplendono più che mai.

Pensare che domani sarà un altro giorno, diverso o uguale all’oggi che si sta ritirando, poco importa. Importa affrontarlo con quella tazza di caffè bollente e i desideri intrecciati alla speranza di un cambiamento. Siamo spinti da questa forza che diventa inerziale, cambiare per andare avanti, stare fermi non fa parte della natura umana.

Preparo anche la caffettiera e inizio a riflettere sul filo conduttore per la prossima Cronaca, che poi, come sempre, andrà per la strada che avrà scelto.

Questa è la Cronaca 323 e oggi è lunedì 25 gennaio del secondo anno senza Carnevale. La ninna nanna è un anticipo del rito della sera. Buonanotte a tutti e tutte, ai sognatori e ai ribelli, ai fumatori e alle scrittrici Ilaria, Elisabetta, Giorgia, Rita, Martina, Francesca e Roberta, e al nostro scrittore Simone: ho passato un bellissimo fine settimana in vostra compagnia.

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