lunedì 18 gennaio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/316: il mondo ha molte voci e ancor più colori

 



 

Quando girovago per la città invernale, nelle albe rosate di questi giorni, all’inizio mi sembra che tutto sia silenzioso e intatto. Poi mi metto ad ascoltare e tacciono, così, anche i pensieri.

 

 

Le voci del mondo

 

Ci sono cose che scricchiolano: il ghiaccio,

le foglie secche, il legno quando li

calpestiamo anche se siamo delicati.

Ci sono cose che gemono: le finestre quando

il vento urla, il ghiaccio quando si scioglie,

le sirene quando la nebbia sale.

Ci sono cose che tacciono: il mare dopo

la tempesta, i libri quando abbiamo finito

di leggere, la matita dopo l’ultimo disegno.

Ci sono cose che non hanno voce: la rosa

silenziosa fiorita in fondo al giardino, tutto

l’azzurro che scontorna il cielo, le nuvole

che non abbiamo chiamato ma che sanno

sempre quando arrivare.

Queste le voci del mondo, queste le voci

del mondo che si prestano a essere parola,

scritta e mai pronunciata.

 

Quanto vale quest’aria fredda e invitante? Quanto mi libera e attraversa i pensieri? Vado leggera per le strade e lascio frammenti d’ombra negli angoli, li ritroverò al ritorno e li raccoglierò per farne un piccolo mosaico.

 

 

Forse, domani, arriveranno i colori

 

Se prendo un angolo d’azzurro nel

cielo e lo accosto a un frammento

azzurro, un ricordo del mare, ecco

che avrò dato un senso a questo

chiaro mattino. Se strappo alla

nuvola il bianco vapore e lo

intreccio con il gelo del davanzale,

sarà pronta la tovaglia per imbandire

questa tavola del mondo, così

povera in questi giorni. Se rubo

il verde ai pini che aspettano

pazienti il ritorno della primavera,

se accosto il verde di una mattina

estiva, ecco che la ciotola sarà

colma e il respiro più fermo.

Se rubo il fuoco al fuoco stesso,

se rubo il rosso del melograno,

se copio la tinta precisa del pettirosso,

avrò abbastanza tonalità per scrivere

d’amore, l’amore rosso e gioioso che

danza nelle fiamme e tra le nostre

mani. Altri colori attendono un furto,

un prestito o un dono, arriveranno,

arriveranno, forse, domani.

 

Gelo, poca gente in giro, la casa nella città silenziosa mi dice di andare. Parto con la solita valigia piena di libri e nella Casa delle Parole so che tutti aspettano il mio ritorno.

Oggi è lunedì 18 gennaio del secondo anno senza Carnevale e questa è la Cronaca 316, intessuta delle due poesie inedite che ho scritto tra la finestra e il tavolo della cucina.

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