martedì 12 gennaio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/310: bisogna fidarsi del vento e delle onde

 


Entrare nel nuovo mattino così come si esce dal mare, i sogni gocciolano e scivolano via dalla nostra pelle.

Bisogna fermarsi un momento almeno a prendere fiato e girarsi a guardare l’orizzonte sempre più lontano, dove il sole sorge e illumina l’aria tutto intorno.

Ma un sogno mi è rimasto sul dorso della mano sinistra, pare una farfalla, si contorce nella luce e mi consegna l’immagine di tre libri con le copertine nera, bianca e rossa.

Sono libri scritti o libri da scrivere? Le pagine bianche si alternano a quelle manoscritte, penso alla cosa più ovvia, all’alchimia, a Jung, alle trasformazioni continue che avvengono non solo con noi e dentro di noi, ma a volte senza la nostra collaborazione, o malgrado noi stessi.

L’opera al nero inizia in un’alba splendente, dalle dita rosate. Questo è un nuovo inizio, non una falsa partenza, non come nei sogni dove camminiamo senza avanzare mai.

 

Bisogna fidarsi del vento e delle onde

 

Il gioco non è mai in un unico

senso, non è solo lo spirito che

cerca la materia, è il nero profondo

e oscuro di ciò che rimane del giorno

dell’origine a decretare la forma e

la collaborazione. Uscire dal vaso

cosmico, poi entrare nel nuovo

mattino lasciando il sale seccarsi

sulla pelle e il mare farsi piccolo

così da entrare tutto nell’occhio

e salare le lacrime che sono state

che di nuovo saranno. Si nasce e

si rinasce in un dolore nuovo e

il tempo che è stato rimane

inerte come la forma del serpente

che ha mutato la sua pelle. Per

questo bisogna fidarsi del vento

e delle nuvole.

 

Bisogna credere alla forza della nostra natura profonda, alla libertà che ci appartiene e che non dipende da quanto sta accadendo fuori di noi, pandemia inclusa. Il nostro giardino interiore, la nostra ghianda che cresce e la quercia che affonda le radici nella terra e i rami nel cielo.

Bisogna credere alla gioia che è in noi, anche se il mondo continua a dirci che non c’è futuro, che non riavremo indietro le nostre vite, che niente sarà più come prima. È vero, ma anche noi non saremo più quelli di prima, come ogni giorno passato, come ogni giorno che sarà.

Oggi è martedì 12 gennaio del secondo anno senza Carnevale e questa è la Cronaca 310. Bisogna fidarsi del vento e delle onde è la mia poesia inedita, figlia di questa giornata fredda di sole e gelo.

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