mercoledì 13 gennaio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/311: l’azzurro delle lontananze mi trafigge e tutto l’azzurro del vento

 



L’estensione, il movimento, la libertà di girovagare, viaggiare, bighellonare, andare a zonzo, passeggiare, ritornare, entrare, uscire.

Sono solo verbi, parole, immagini e desideri, poco altro possiamo fare. L’esplorazione del mondo è una faccenda tutta interiore, per questo continua il mio girovagare nelle terre ai piedi delle Montagne della Nebbia. Un mondo che ho costruito nell’immaginazione e che mi conforta, e che spero conforti anche voi, un mondo dove vivo quando la vita in questo livello di realtà diventa pesante e questa pesantezza non accenna a diminuire, a darci sollievo e respiro.

Apro a caso La via nomade di Anne Perrier:

 

Dovessimo cadere

che sia di uno stesso crollo

sfavillanti

e brevi come l’uccello

l’albero

il fulmine

 

e ancora:

 

L’azzurro delle lontananze mi trafigge

e tutto l’azzurro del vento

e fino all’anima

l’azzurro cavaliere della morte

 

È un profondo sentimento della caducità del tempo e dell’inevitabilità della morte che pervade questo libro di Anne Perrier. Nella nostalgia di ciò che un giorno pensa di non poter mai più vedere, scintilla la presenza della vita, perché le nostre vite sono come le stelle che vediamo sfavillare nei cieli notturni. La nostra luce si espande ben oltre la fine di questa forma della materia e la poesia è sostanza stessa della nostra luce.

Perché scrivo queste cose oggi? Perché ho pensato agli amici e ai colleghi perduti a causa del virus, perché i sogni indicano la strada da seguire ogni giorno, perché le cose che accadono intorno e dentro di me diventano gli abitanti di quella casa la cui architettura è la poesia.

Da cui traggo forza ogni giorno scrivendola e leggendola, spesso rileggendola. Ecco, chiudo questa breve Cronaca 311 di mercoledì 13 gennaio del secondo anno senza Carnevale con un’altra quartina di Anne Perrier:

 

Alzata prima dell’alba

getto al vento queste parole

manciata di semi dedicati

al mondo alato del giorno.

 

Il libro La via nomade è tradotto da Monica Pavani e pubblicato nel 2005 da Luciana Tufani Editrice

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