domenica 24 gennaio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/322: la gioia di ritornare a casa aspetta i nuovi ritorni

 



 

È inverno, fa freddo, la giornata è stata lunga, forse siamo usciti di casa quando era buio e ora è di nuovo buio ed è quasi ora di cena. Che sollievo essere a casa!

È estate, fuori si soffoca, quando entriamo in casa le mura spesse hanno tenuto l’ambiente fresco, è bello essere a casa!

Tra le molteplici cose che la pandemia ci ha sottratto, c’è anche il piacere del ritornare a casa dopo una intensa giornata di lavoro.

Un altro piacere che è venuto meno, ma questo è purtroppo anche un beneficio, è avere lasciato che l’attività lavorativa entrasse nelle nostre case e ci costringesse a cambiare le abitudini.

Certo, milioni di persone nel mondo hanno smesso di viaggiare stipate sui mezzi pubblici e risparmiano le ore del tragitto quotidiano.

Ma l’ufficio manca, manca a moltissime persone, con i suoi riti, il caffè, la passeggiata. Ecco, penso che quello che ci vorrebbe adesso, sarebbe avere in ogni quartiere della città un luogo di lavoro condiviso, un luogo dove poter andare a piedi a lavorare in massimo mezz’ora. Quanto ne gioverebbero i quartieri e le città? Quanto l’economia locale?

Intanto che scrivo i miei sogni socio-lavorativi, i passanti per strada sono andati via via scemando. Nel tardo pomeriggio c’era gente ovunque, soprattutto gruppi di adolescenti e giovani che chiacchieravano, fumavano e bevevano per. Ho letto poco fa che Israele ha un piano di vaccinazioni anche per gli adolescenti. Avere la ragionevole certezza che gli adolescenti e i giovani non siano inconsapevoli vettori del contagio, può contribuire a liberare le loro energie represse e a rimettere in moto la vita.

Intanto, i piani vaccinali dalle nostre parti, nella vecchia Europa, vanno a rilento e i ritardi nella consegna dei vaccini ci hanno già fatto posticipare di un mese le vaccinazioni agli over 80. A oggi pomeriggio in Italia sono state vaccinate, secondo il report ufficiale del Governo 1.370.449 concittadini in un mese. Lo scorso mese di agosto la popolazione stimata era di 59.991.186 abitanti. L’aritmetica ci dice che di questo passo, ci vorranno circa 44 mesi a vaccinare tutti, senza contare le seconde vaccinazioni. Forse sto sbagliano nel fare questi elementari conteggi, ma è impossibile non cercare di capire. Bisognerebbe fare ragionamenti tra le classi di età, gli ammalati e i luoghi di contagio per fare un piano efficace di vaccinazioni. Continuo a scrivere di cose di cui so poco, ma stasera mi è presa questa piccola furia statistica che, insieme a quella sociologica, mi porta a fare ragionamenti impoetici e anche un po’ noiosi.

Anche se tutto è partito da un piccolo piacere perduto, il ritornare a casa la sera e godere del tepore delle nostre mura, degli oggetti significativi, della presenza dei nostri cari che sostituisce la lontananza della giornata che si sta chiudendo.

 

Quando mio padre tornava a casa

 

Apri la porta, i bambini già

ti corrono incontro, la fatica

del mondo resta chiusa fuori.

Sorridi e li prendi in braccio,

loro ridono e iniziano a

parlare tutti insieme, perché

vogliono raccontarti come

è stata la mattina a scuola.

Sorridi, perché la vita è anche

questo piccolo piacere che

scivola tra le pieghe del quotidiano

e l’amore è appeso al tuo

collo, la gioia è arrivata così.

 

Oggi è domenica 24 gennaio del secondo anno senza Carnevale e questa è la Cronaca 322 dove un ricordo di mio padre che tornava a casa dal lavoro, è diventata una piccola poesia.

Nessun commento: