sabato 2 gennaio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/300: il senso della pioggia e il senso della neve

 


 

Per quanti sforzi abbiamo fatto nel corso degli anni non siamo ancora riusciti a perfezionare il governo del tempo e il desiderio di avere la neve d’inverno. Molte e molte stagioni fredde sono passate senza il sollievo della coltre bianca che sembrava in grado di ripulire ogni sporcizia, guarire i malanni e ridare fiato al silenzio che, in città, sentivamo solo quando c’era la neve. Ora il silenzio lo percepiamo ogni sera e non sempre è un silenzio che ci dona sollievo, spesso il silenzio serale, apre vortici di senso nelle nostre vite e ci trova impreparati a reggerne il peso. Siamo una delle civiltà umane più rumorose di sempre e non viviamo senza una colonna sonora e musica di sottofondo. Ma dal primo anno senza Carnevale abbiamo dovuto imparare anche questa nuova dimensione di assenza di suoni umani nelle città, assenza di suoni che andavamo a cercare in campagna, montagna e al mare. Alla mancanza del silenzio si sono aggiunte via via altre mancanze e com’è triste non poter viaggiare.

E poi oggi piove e piove, continuerà a piovere e il cielo cercherà invano di abbracciare la terra. La pioggia porta messaggi attraverso le gocce, ma la terra è rinchiusa nei sogni invernali e non si interessa ad altro che al calore che arriva dalle profondità del suo nucleo incandescente. Si perde, poi, ad ascoltare le conversazioni di funghi e radici e non ha tempo per il mondo di sopra che soccombe alla pioggia e alla paura.

Siamo imprigionati in una favola triste il cui esito è ancora imprevedibile, ma non è colpa dell’anno nuovo. Stiamo pagando l’illusione di governare le nostre vite che ha impregnato l’Occidente negli ultimi 75 anni, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Abbiamo capito, abbiamo capito ora perché l’illusione si è infranta e ciascuno di noi, dal suo angolo di mondo, sta scrivendo una storia collettiva che riguarda e riguarderà noi e soltanto noi, perché nel futuro questa pandemia sarà ricordata insieme alla Spagnola e tutti noi saremo soltanto vite a margine.

Ma anche le vite a margine, le vite dolorose, le speranze infrante, hanno bisogno di parole di consolazione e di parole di speranza.

 

Il senso della pioggia e il senso della neve

 

Raccolgo qualche goccia nell’incavo

della mano, ne valuto il calore,

ne ammiro la lucentezza e

sogno di avere non gocce di

pioggia, ma fiocchi di neve a

sciogliersi nel mio calore.

 

Pioggia e neve non sono che

due stati provvisori della stessa

materia e arrivano entrambe

come un dono del cielo. È questa

la verità, semplice come solo

la verità sa essere. Arriviamo

tutti da un altro luogo, abitiamo

una forma che muta, diventiamo

qualcosa d’altro e poi ritorniamo

nel cielo, dove le nuvole ci chiamano,

dove le stelle ci accolgono. Ma

sempre per un tempo troppo breve,

perché la terra, con il suo guscio

azzurro intorno, canta a voce così

alta che nessuno di noi, nessuno

resiste e andiamo e torniamo

tra il tempo e la realtà come

su un’altalena. E oggi cadiamo,

qui, come pioggia e non come

neve.

 

E così sono arrivata alla Cronaca 300, la seconda Cronaca dagli anni senza Carnevale e oggi è sabato 2 gennaio 2021. Il senso della pioggia e il senso della neve è una mia poesia inedita che ho scritto in questo vasto giorno di pioggia e non di neve.

 

 

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