sabato 18 settembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/559. Se anche le pietre conoscono la forza dell’amore

 

 


 

La notte arriva all’improvviso mentre non stiamo guardando la finestra. Il cielo di oggi era grigio-azzurro, l’aria ancora calda. Un inganno, un’illusione d’estate, un prolungamento della stagione bella, uno scarto improvviso e ci ritroviamo immersi nell’aria d’autunno, l’aria della transizione, quella che conserva ancora nitide le immagini del mare e della spiaggia, dell’isola e del giardino.

 

La marea ha trascinato i nostri sguardi a riva

 

Quando cammino non cerco

di ritrovare le tue impronte e

tanto meno quelle che ho lasciato

giorno dopo giorno perché

cercavo una corrispondenza tra

il mio cuore e il tuo. Poi la marea

ha trascinato lontano le acque e

le nostre impronte sono emerse

scolpite nella roccia e non erano

i nostri passi che ho ritrovato,

era il tuo profilo accanto al mio.

Se anche le pietre conoscono

la forza dell’amore, lo capirò

più tardi, quando vedrò le stelle

e i tuoi occhi brillare perché

saremo vicini nell’oscurità.

 

 

È sempre strano ricominciare a camminare nel buio, cedere alla notte i privilegi del giorno, arrendersi ai capricci delle luci piccole, del vento che non soffia ma sta fermo a guardare cosa faremo, se le nostre mani si staranno cercando, se il buio accetterà di dormire quando avremo spento la luce.

Ma amo l’autunno e lascio andare l’estate, tornerà l’estate con o senza di noi.

Benvenuta stagione che rosseggia tra il fuoco e le trame delle storie che ancora non ho scritto.

Ora posso finire il raccolto, fare ordine tra gli spunti e le piume, scegliere quale segreto custodire e quale mistero andare a svelare. Dobbiamo arrenderci alla facoltà di scelta, se non raccontiamo quello sguardo che abbiamo incontrato, come potrai tu averne nostalgia?

 

Oggi è sabato 18 settembre del secondo anno senza Carnevale, quando arriverà la fine di questa parola, anche la Cronaca 559 starà dormendo, in attesa dei sogni non ancora sognati.

1 commento:

Michel BARBOT ha detto...

Heureuse la musique de notre langue-sœur - l’italien classique - dans cette belle amorce d’épithalame poétique ! Et compliments à la poétesse célèbre et célébrée qui chante cette fin d’été inspirée sous un couple de feuilles incarnates, serein parce qu’il sait la transfigu-ration annuelle de notre bas-monde à travers les épreuves des quatre saisons. Même privé de Carnaval. Heureuse la littérature italienne qui vient aux Autres née des eaux qui l’ont engendrée – mais non pas muette – comme l’Anadyomène pure de Botticelli ! 19.9.2021