lunedì 6 settembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/547. Ci sono tre cose che non possono sottostare a nessuna legge perché vivono delle loro proprie ragioni: l’amore, la fame e la morte

 

“Cosa stai guardando Alvaro? Ci sono solo le piantagioni di caffè da quella parte”.

“Non è così Adelina, è che tu sei abituata a guardare questo paesaggio tutti i giorni e non vedi altro che l’insieme. Ma se guarderai con me ti mostrerò molto altro. Ci sono due falchi che volano da oriente a occidente ogni mattina. Se guardi bene i sentieri che dividono le piantagioni, ti accorgerai che alcuni sono più scuri di altri. È lì che passano i contrabbandieri ogni notte tra venerdì e sabato, quando le guardie di frontiera sono già ubriache e addormentate. Se guardi a destra della piantagione di Carrero, vedrai il sentiero tra le piante che suo figlio ha tracciato per andare a trovare la figlia di donna Catalina tutte le notti. Nessuno se n’è accorto ma se ne accorgeranno presto, perché la piccola è già incinta anche se loro non lo sanno. Catalina e Carrero prima si arrabbieranno moltissimo, ma poi si ricorderanno di quando erano giovani e non avevano potuto amarsi, destinati com’erano dalle famiglie a sposare altri figli di latifondisti. E quando parleranno dei figli si renderanno conto che adesso sono vedovi tutti e due. E allora l’amore fiorirà di nuovo come succede a certi cactus che fioriscono nel deserto di Atacama. Fioriscono quando hanno passato un anno sulla terra e la seconda volta il giorno prima di morire. Ma nessuno riesce mai a prevedere questo giorno e allora non è più possibile raccogliere il succo della pianta e farne quel pisco rosato che tanto piace ai banditi. Si sposeranno anche Catalina e Carrero, e lei avrà il suo ultimo figlio, ha solo quarant’anni la donna e lui pochi di più. A quanti la vita offre una seconda possibilità? Se guardi poi verso il picco di Salar, lì ci sono le capanne dei cacciatori di frodo. Tutti in questa terra campano infrangendo la legge. Tutti fanno cose che secondo le leggi del giorno sono inaccettabili, ma ci sono tre cose che non possono sottostare a nessuna legge perché vivono delle loro proprie ragioni: l’amore, la fame e la morte. Cos’altro c’è di importante oltre queste tre realtà che tutti primo o poi sentiamo?”.

Adelina amava andare a trovare lo scrittore perché sapeva che a ogni visita, avrebbe ricevuto il dono di almeno una storia. A lui bastava guardarsi intorno perché le parole iniziassero a uscirgli dalla bocca come i vaticini di un oracolo, le venne in mente per associazione donna Lucente, la profetessa che aveva perso il dono di leggere il futuro e aveva avuto quello di capire la lingua dei morti.

“Hai mai sentito parlare di Lucente, scrittore?”.

“Quella che legge il futuro? Sì, le ho parlato diverse volte, ma sai che a me il futuro non interessa, mi piacciono le sorprese”.

“Dovresti tornare da lei allora, il futuro non lo sa leggere più, ma ha imparato a parlare con i morti. Certo, non le viene facile come prima, ma i morti sanno essere molto loquaci. Soprattutto la notte tra sabato e domenica, quando tutti si divertono prima di andare in chiesa la domenica mattina per confessarsi e poi comunicarsi”.

L’idea di parlare con un morto, al momento, non piacque allo scrittore. Ma poi pensò che forse avrebbe potuto parlare con qualche amico. Questa sì che era una buona idea.

“Che dici di accompagnarmi da Lucente nel pomeriggio? Possiamo passare prima nell’emporio di Antonio per comprarle un regalo. So che non accetta mai denaro, solo oggetti e animali vivi che poi rivende al mercato. Tranne i gatti che tiene sempre con sé”.

“Oh per questo, lei è una vera bruja, e nessuno oserebbe mai contraddirla. Anzi, non immagineresti neanche quanta gente le porta cibo per i gatti, anche se loro passano la giornata nei campi a cacciare e non hanno certo bisogno di cibo umano. Andiamoci verso le quattro, quando mi sarò svegliata dalla mia siesta. Sai che invecchiando non farei altro che dormire? Il meglio della vita sta tutto nei sogni alla mia età. Forse quando morirò diventerò una delle gatte di Lucente e potrò andarmene in giro senza dolori nelle ossa e senza uomini molesti che mi seguono, come mi succedeva quando ero giovane. E non provare neanche a sorridere, sai. Anche tu custodisci dietro quella tua pellaccia cittadina il ragazzino magro che seguiva le capre fino alle cime e correva e nuotava più veloce di chiunque altro. Chi se lo immaginava che saresti diventato uno scrittore. Però forse il tuo desiderio di allora di essere sempre in un altro luogo è lo stesso di oggi. Quando scrivi sei sempre in un altro luogo. Bene, adesso vado a dormire, ci vediamo dopo”.

Quando la vecchia si chiuse la porta dietro le spalle, Alvaro aprì il quaderno e iniziò a scrivere.

“Quando Adelina era giovane, molto giovane e molto bella, uno straniero di passaggio rimase imprigionato nel suo sguardo e non fu più capace di ritrovare il cammino. Francisco era un avventuriero che viaggiava con una bisaccia d’oro e un revolver legati entrambi alla cintura. Adelina aveva occhi chiari e trasparenti come acqua di fonte, forse l’eredità di qualche straniero che era passato in quelle terre e fornicato con una delle sue antenate. Quegli occhi chiari prendevano il colore del cielo quando lei era in piena luce e della fiamma, quando la sera si sedeva vicino al camino a cucire. Diventavano verdi gli occhi di Adelina quando andava per campi e per boschi e Francisco iniziò a seguirla camminando sempre dieci passi indietro perché non voleva spaventarla. Dopo una settimana, gli sembrò che fosse passato abbastanza tempo e andò ad aspettarla sulla strada di casa. Lei lo guardò e capì prima che lui aprisse bocca. Gli disse solo che doveva chiedere il permesso a sua madre e a suo padre che li stavano aspettando. Tutto il paese di Santiago lo aveva visto e tutti si aspettavano che lui facesse una proposta. Quando Francisco chiese a don Isidoro se poteva avere la mano di sua figlia, l’uomo si girò a guardare la moglie donna Mariana. E lei disse solo “Dipende”, ma poi lo fecero accomodare in sala da pranzo, lo sfamarono e lui brillava come l’oro nella sua bisaccia. “Don Isidoro, ho molto viaggiato, sono un uomo abbastanza ricco da potermi fermare. E posso fermarmi solo qui dove c’è Adelina, se voi me lo permetterete”. Adelina, sorrideva tra sé, e poi lo guardò e lui alzò lo sguardo verso di lei e precipitò nei suoi occhi come si cade in un fiume in piena. Si sposarono dopo una settimana e lui non se ne andò mai più. Dopo mezzo secolo di matrimonio felice, le sue ossa riposano sotto il carrubo che c’è in fondo al giardino e Adelina va tutti i giorni a salutarlo e si ferma a chiacchierare con lui. Gli porta sempre una fiaschetta di pisco e lui sembra gradire, perché il carrubo non è mai stato così verde e forte, neanche quando era un seme finito chissà come nella sua tasca e che Adelina aveva messo nella terra sfidandola a far crescere un albero da quel seme straniero. E la terra aveva accettato la sfida e dato vita a quella pianta che dava frutti strani, ma utili. Il carrubo era vigoroso quanto Francisco che aveva fatto con Adelina cinque figli e aveva fatto in tempo anche a conoscere tredici nipoti. Il carrubo, che non era solo come sembrava, aveva lasciato andare i semi nell’aria che avevano incontrato altri semi o forse le api, e altre piante erano nate davanti alle case del paese e facevano una bella ombra quando la calura si faceva insopportabile”.

Dopo avere scritto quelle pagine iniziali di un racconto, lo scrittore andò a sdraiarsi nella sua amaca, c’era tempo prima che Adelina venisse a chiamarlo per andare da Lucente. Poteva continuare a leggere il paesaggio intorno e spremere qualche altra storia dalle nuvole e dal volo del falco. Ma si addormentò subito, allora le storie andarono a trovarlo in sogno, perché un patto è un patto e le storie vogliono essere raccontate quando hanno scelto lo scrittore che più piace loro.

 

Oggi è lunedì 6 settembre del secondo anno senza Carnevale e sono rimasta in compagnia dello scrittore Alvaro Mutis anche oggi e così la Cronaca 547 ha accolto questo nuovo racconto, molto compiaciuta dalla bella compagnia.

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