mercoledì 15 settembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/556. Il profumo delle case di notte è la promessa dell’alba

 

 


 

Camminano di notte, non riescono a dormire, del sonno hanno un ricordo vago. Scendono in strada, camminano piano. Le case di notte sono piccole isole che custodiscono il riposo di quelli che possono dormire. È nelle ore più profonde del buio che i sogni riescono a sfuggire dalle finestre socchiuse e vanno a incontrare i pensieri e i tormenti di chi non dorme. È più difficile vivere senza sogni, perché tutti i patimenti e le pene restano sospesi nell’anima di chi veglia. Per questo altri sogni escono dalle case e vanno in cerca dei dolori troppo grandi per poter essere lasciati nel cuore di un uomo solo o di una donna in lacrime. Quando il dolore di uno incontra il sogno di un altro, allora e solo allora, il dolore può placarsi e il sogno insegnare ai cuori che non ci sono pene senza rimedio e che bisogna lasciare alle notti, alle notti che tornano, il compito di raccogliere quei frutti amari che sono maturati. Ora che il peso si è addolcito, qualcuno tra gli insonni si avvia verso casa, apre il portone, sale le scale, apre la porta di casa e riconosce subito il profumo custodito da quelle mura e solo da quelle. È un miscuglio di sapone, sugo, cera per pavimenti, incenso, deodoranti, fiori recisi, pane caldo, caffè mattutino. È il profumo del conforto quello delle case di notte, è la promessa dell’alba che accetta l’invito e si ammanta di luce e promesse.

 

Il giorno che stavi aspettando

 

Se il giorno nuovo dovesse

avere solo un profumo,

sarebbe quello del caffè

che sobbolle in cucina. Poi

è lo scroscio dell’acqua nella

doccia, l’inizio della mattina,

una promessa ripetuta che

non si realizzerà, ma la cosa

davvero importante è sapere

che la promessa esiste, che

berremo quel caffè e respireremo

il profumo del pane caldo e

sentiremo una voce cara che ci

chiama e dice: “Vieni, questo è

il giorno che stavi aspettando”.

 

 

Si preparano le case ad affrontare la nuova notte che viene, si preparano così come l’amante attende la sua amata. Con un senso di ineluttabile e di attesa, perché anche le notti portano promesse, ciascuna notte ne ha una diversa e gli insonni che camminano senza sogni e senza speranza, possono allungare una mano verso l’albero più vicino e ci sarà sempre un frutto pronto a placare quella fame senza nome che accompagna l’inquietudine notturna.

 

Oggi è mercoledì 15 settembre del secondo anno senza Carnevale e la notte è pronta, è arrivata, forse ci porterà la grazia di un sonno di sogni e speranza, forse solo di un sonno senza sogni e lascerà all’alba il dono della speranza. Per questo ho scritto anche oggi una nuova Cronaca e questa è la 556, che sta proprio nel mezzo del mese che ci porta l’autunno.

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