lunedì 24 maggio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/442. Nel cielo, volteggiare come una foglia o vagare come una nuvola


 


 

Ci sono diversi modi di attraversare il cielo e ciascuno di noi deve impegnarsi a trovare quello più consono. L’unica cosa in comune che hanno i viaggiatori del cielo è la fiducia nel vento, l’unico che sa resistere all’attrazione terrestre.

Così possiamo viaggiare in cielo come un seme o un polline, leggeri e invisibili. Ci sono quelli che sanno usare le loro ali invisibili e sfrecciano come uccelli, quelli che si divertono di più sono quelli che scendono in picchiata come le rondini e anche quelli che si posano sui rami per provare il loro canto.

Ma più di tutto io amo volteggiare come una foglia, cambiare verso, fare giravolte, stendermi pigra pancia all’aria, rosolarmi al sole mentre volo e poi accettare la discesa quando sono troppo vicina alla terra per poter volare, e allora scatto in piedi, atterro e mi guardo intorno per cercare da quale finestra spiccare il prossimo salto e ricominciare a viaggiare.

Qualche volta non disdegno di vagare come una nuvola, per fortuna non soffro di vertigini, così posso alzarmi molto in altro e vedere il mondo con la stessa prospettiva e precisione che, al momento, hanno solo i droni.

 

 

Il cielo ama il nostro canto

 

Stare nelle nuvole è strano,

senti il vapore soffice come

un cuscino e poi sprofondi

due strati più in giù e ti

trovi di fronte alla punta

davvero aguzza di una montagna

o di un grattacielo. Sarebbe bello

avere ali abbastanza forti per

venire da te, ma noi creature

terrestri abbiamo solo la nostra

immaginazione per volare e

arriviamo dove vogliamo.

Ora ho preso in prestito

ali d’angelo e le trovo molto

eleganti, ma mi si addicono

di più le ali slanciate delle

rondini che amano scendere

in picchiata e cantare sotto

i tetti. Il cielo ama il nostro

canto, per questo ci spinge

a sognare e dormire tra

le nuvole che ci hanno rapito.

 

 

Questa primavera indecisa e tardiva porta sempre pioggia qui nella città silenziosa, per questo sono evasa e ancora me ne tornerò a svolazzare in questo lunedì 24 maggio del secondo anno senza Carnevale e nella sua Cronaca volante numero 442.

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