domenica 9 maggio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/427. Il mistero ha forma di rosa in questa stanza dove il vento non è mai entrato

 


Il pittore varca la soglia ed entra nell’ampio salone d’ingresso dove due scale portano al piano superiore. Dietro le scale si intravedono tre porte e altre due ce ne sono a destra e sinistra dell’ingresso. D’istinto va a destra, forse perché la porta è socchiusa. Un’ampia finestra illumina la stanza dai soffitti a volta alti almeno cinque metri e i rotoli di tessuto, i drappeggi e i manichini sartoriali senza testa che sono avvolti in abiti incompiuti. Un grande tavolo da lavoro è al centro della stanza, ricoperto di cartamodelli e stoffe sgargianti. Sulla parete a destra della porta c’è un caminetto acceso con davanti due chaise-longue, la libreria contiene volumi antichi e diversi vasi di fiori sostano tra i tessuti, quasi volessero rubarne i colori. Nella parete di sinistra c’è un’altra porta aperta su un ambiente che pare essere un atelier d’artista con due intere pareti rivolte, a nord e a est, di vetro piombato. Si intravedono i cavalletti con i quadri iniziati, alcuni quadri appesi, un tavolo ricoperto di vasi di pennelli, alcune tavolozze e un altro tavolo più piccolo ricoperto di disegni e schizzi. Vorrebbe subito andare a curiosare nell’altra stanza, ma non può, non ancora. Ma dove sono le gemelle?

Non le aveva notate subito perché si confondevano con i tessuti drappeggiati. Lo stavano aspettando, raggianti negli abiti morbidi e ornati di rose. Ma oggi una gemella ha i capelli di un rosso più intenso e vivace, sull’abito d’oro porta un mantello che riprende il motivo delle lepri e di rami di bosso che sono sulla parete. L’altra gemella indossa un abito nero dalla scollatura quadrata, dove le rose sono adornate da un uccellino con il dorso azzurro che gli sembra un martin pescatore, e da una libellula dorata. Il loro sguardo è aperto è curioso, gli stanno chiedendo senza parlare perché lui sia arrivato sino a loro. Ma non glielo chiedono davvero e lui non saprebbe rispondere, se non dicendo che è il caso ad averlo condotto sino alla villa e i sogni confusi sino ai loro volti così freschi e pieni di grazia. Vorrebbe chiedere loro la storia della fanciulla di pietra che dorme in giardino. Ma sa che dovrà aspettare, così resta fermo sulla soglia dell’atelier e aspetta un cenno. Ma nessun cenno arriva, le gemelle non parlano e lui continua ad aspettare.

 

 

Dalle sfumature scopriamo il vero

 

Il mistero ha forma di rosa in

questa stanza dove il vento

non è mai entrato. Dalla rosa

vera puoi copiare le sfumature

di ogni petalo, poi decorare

lo scollo della tua veste e

chiamare il martin pescatore

e la cinciallegra ad unirsi alla

tua corte. Ma se guardi meglio

capirai che le rose sono sempre

vere e profumano, così come

gli uccellini e le libellule dorate

che sfidano i tuoi pensieri mentre

dormono sul tuo petto. Fuggono

le lepri e fuggono i colori, il rosso

salta dal fuoco sino al tuo

mantello e io non posso che

guardare tutte le sfumature. Dice

il vero chi nota le somiglianze, ma

è nella differenza che forgia

il proprio sguardo.

 

 

Le ragazze non parlano, così l’uomo si presenta con un mezzo inchino. “Andrey Remnev” e non appena lo dice ecco che sembra uscito da un romanzo di Tolstoj. Com’è che non conoscevamo questo principe sino ad ora? Si avvicina, ma le ragazze continuano a tacere e quando, infine, è a pochi passi da loro, il bagliore del caminetto svela che non sono le gemelle viste nei giorni precedenti. Sono anch’esse due mirabili statue che paiono vive. Una risata proviene dall’atelier di pittura, così capisce che si sono nascoste nell’altra stanza e corre verso di loro.

 

Continuo in questa Cronaca 427 di domenica 9 maggio del secondo anno senza Carnevale, a scrivere una fiaba ispirata dai quadri del pittore russo Andrey Remnev, che ringrazio, se mai dovesse finire su queste pagine e scoprire di essere diventato l’involontario protagonista di una storia russa trapiantata a Milano.


Nessun commento: