venerdì 7 maggio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/425. Le gemelle senza voce e le ninfee in fondo al giardino

 


 

Non ci era riuscita al primo tentativo e neanche al secondo. Tagliare gli abiti per la donna di pietra che dormiva in giardino non era semplice. Doveva immaginare come ogni pezza di seta sarebbe caduta dalle spalle ai piedi e ridurre dove ce ne sarebbe stata troppa e aggiungere per fare le pieghe che avrebbero coperto le gambe. Tessa aveva dipinto la statua sino a farla sembrare una creatura viva e addormentata. Cressida, la sarta, aveva anche scolpito il marmo, per lei erano le forme a scaturire dalle mani, per Tessa i colori ed erano i colori che disegnavano le forme sulla tela. Quando si guardavano potevano credere di essere di fronte a uno specchio, anche l’idea della terza gemella di pietra l’avevano pensata nello stesso momento. Erano poi andate insieme a cercare il marmo e Tessa aveva guardato in silenzio mentre Cressida entrava nelle venature e lasciava che quella sorella addormentata prendesse forma nella pietra che avevano scelto per lei. Si erano interrogate a lungo su quale soluzione fosse la migliore: scolpire anche la panca di pietra insieme alla dormiente o farne due pezzi separati. Cressida decise per i due pezzi separati, se un giorno avessero voluto portarla a casa e metterla a dormire in sala da pranzo, sarebbe stato molto più semplice. Per la seduta scelsero una delle panche in pietra del giardino, il contrasto con la statua sarebbe stato ancora più acceso e avrebbe reso somigliante al vero la terza ragazza che in quel giardino abitava.

 

 

Questa vita di incendi e tramonti

 

Sorella, sorella senza

voce e senza destino,

non ho abiti da poterti

prestare così li cucio,

uno ogni giorno e poi ti

vesto. Già un giovane

uomo torna a guardarti,

non ha capito che il tuo

sonno è l’origine stessa

della tua vita. Non lo

faremo entrare, non ancora,

ma è necessario che gli

abiti siano uguali tra noi

e te, che mai ci parlerai

e aprirai gli occhi e

respirerai. Sorella, sorella

che sogna ogni ora,

custodisci per noi questa

vita di incendi e tramonti,

questa vita che nella pietra

trova rifugio e nei nostri

colori la più nuda verità.

 

 

Così abbiamo imparato che le fanciulle sono tre e non due, che quella addormentata è la replica esatta delle gemelle e che forse un giorno si sveglierà e si unirà a loro nell’atelier, dove disegnano cartamodelli, tagliano le sete e i broccati e poi indossano abiti identici al suo, tagliato per quelle spalle reclinate, per quella schiena che chiama le rondini a posarsi e poi le invita a spiccare il volo. In fondo al giardino le libellule sfiorano le ninfee e i cigni sfilano aggraziati nel lago. La perfezione non è nello specchio, ma nel doppio che gemelle hanno accanto.

Anche l’immagine di questa Cronaca 425, di venerdì 7 maggio del secondo anno senza Carnevale, è un dipinto di Andrey Remnev. Cosa accadrà alle gemelle, mi parleranno ancora?

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