sabato 22 maggio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/440. Meditazioni sull’aria e sulla pioggia

 

 


 

È liquida l’aria di mattina quando piove e noi stiamo affacciati alla finestra e non sappiamo se uscire o restare in casa. Prevale poi quel desiderio di andare a prescindere dal tempo e la pioggia diventa la compagnia che addolcisce i nostri passi nella città silenziosa. Ci sono luoghi che sono perfetti per la pioggia, qui a Milano ne conosco alcuni. Il retro del teatro Dal Verme, con gli ippocastani e i vecchi palazzi che offrono uno scorcio ottocentesco alla vista. La casa in Pagano, ricoperta di glicine in primavera splende sotto il sole, ma quando piove il lilla dei fiori smette di essere uniforme e sprizza tutte le gradazioni di colore e il profumo è ancora più violento. L’angolo dietro il Duomo dove fiorisce una magnifica magnolia bianca, quando piove la pietra assume una sfumatura che contrasta ancor di più con i fiori bianchi e tutto diventa in bianco e nero in un solo momento, mentre le magnolie di piazza Tommaseo resistono al bianco e nero e fanno diventare rosa la pioggia che scende su di loro. Anche le palme di via Lincoln assumono una diversa forma quando le si guarda attraverso la pioggia. Nel giardino ci sono poi un enorme fico e un magnifico oleandro rosa. I loro profumi si mescolano alla pioggia e attraverso il naso viaggiamo in altri tempi e in altri spazi. La pioggia sotto il boschetto di betulle vicino alla casa dei miei genitori, mi ha sempre trascinato a vivere nei giardini di Cechov e i nuovi grattacieli che costellano la città, portano senza che lo si voglia, a camminare nelle street di New York, in attesa di incontrare Woody Allen o Audrey Hepburn.

 

 

Dove risplende la pioggia

 

Ogni luogo rimanda a

un altro luogo, ogni

profumo è un profumo

che abbiamo già usmato

e non ci sono altre memorie

se non quelle dell’infanzia

che tornano e si insediano

anche nel tempo presente.

Per questo una stagione non

è che un germoglio su di

un ramo sconosciuto e i nostri

giorni gemme di fiori e foglie

che non sappiamo dire ma che

vivremo, appesi come siamo

alla nostra ragnatela di sensazioni

e voli veloci, api impazzite che

si tuffano in picchiata, nei girasoli

ebbri di luce e nella pioggia

che risplende e ride con noi.

 

 

Oggi grandi passeggiate in zona Buenos Aires, adoro quegli antichi palazzi, con i nipoti. Poi un ottimo brunch al Diana Garden dell’hotel Diana Majestic di viale Piave dove mi sono sentita una felice turista nella mia città. Cibo eccellente e servizio impeccabile con i camerieri allegri e simpatici, un’esperienza da ripetere. E poi il Libraccio di viale Oberdan e qualche acquisto tra cui l’introvabile DVD con la serie completa di Heimat di Edgar Reitz che ho conservato in VHS per pura nostalgia e le poesie complete di Federico Garcia Lorca nel cofanetto Garzanti che non avevo in questa edizione. Quanto mi piace passeggiare per le vie della mia città, le Cronache ormai lo sanno e mi accompagnano volentieri. Anche questa Cronaca 440 di sabato 22 maggio del secondo anno senza Carnevale, beneficia della compagnia di una nuova poesia, un po’ glicine, un po’ magnolia.

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