mercoledì 19 marzo 2014

Scrivere è usare le parole per cambiare il mondo

Cominciamo dall'inizio. Perché scriviamo libri e raccontiamo storie?
"È come chiedersi perché l'uccello vola. Lo fa per spostarsi? O perché camminando sulla terra sarebbe stato divorato da un predatore? Sono due ipotesi legittime. Ma la verità è che gli uccelli volano perché è nella loro natura. Lo stesso vale per gli umani; raccontiamo storie perché narrare è nella nostra natura".

Chi scrive romanzi immagina un'altra vita. Lei pensa di ricreare il mondo? O almeno di cambiarlo?
"Qualche volta, per me, scrivere è una semplice attività professionale, come fare il carpentiere. Altre volte ho l'impressione di partecipare alla creazione di un mondo. Ma attenzione: l'idea che la parola sia in grado di creare il mondo è molta ebraica. Tra le prime parole della Genesi c'è la frase "Sia luce e luce fu". Un desiderio, se articolato a voce alta, diventa realtà. Scrivere un romanzo è un processo analogo. I pensieri e i desideri dello scrittore diventano verità. Detto questo, scrivo per essere conosciuto: prima di tutto a me stesso. Scrivere è un cammino, a volte verso la condivisione della conoscenza, altre volte verso la scoperta di un ricordo, o di un sentimento. Aggiungo: la parola può cambiare il mondo e senz'altro è in grado di cambiare la vita e l'esperienza del lettore, a patto che si usi un linguaggio onesto e che si abbia il coraggio di toccare le emozioni, le più recondite del lettore. Uno scrittore è chi sa farlo; altrimenti tutti scriverebbero romanzi".


frammenti dell'intervista di Wlodek Goldkorn allo scrittore Jonathan Safran Foer
Repubblica 18 marzo 2014. L'intervista completa è disponibile sul sito

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie per questa condivisione. Marina