venerdì 21 marzo 2014

Gli scrittori hanno una strana capacità di entrare nella vita degli altri

Quando è venuta (in Italia) l’ultima volta?
«Un paio di anni fa. Adesso non posso più affrontare viaggi lunghi. Ma ho visto il mondo, e le persone. E si può viaggiare anche leggendo, sia nello spazio che nel tempo. È questa la meraviglia della lettura: consente un’esperienza del mondo e di molte, molte vite. Ci informa: i romanzi e la poesia ci fanno conoscere lo spirito umano».

La meraviglia di cui parla ha bisogno di essere vissuta da chi scrive? O è sempre possibile, come a Jane Austen, descrivere perfettamente l’animo altrui pur con una conoscenza relativamente limitata del mondo?
«Certo, una qualche esperienza ci deve essere. Ma poi noi scrittori abbiamo
una strana capacità di entrare nella vita degli altri. Una capacità empatica.
È una dote che abbiamo in maggior misura di altri, di chi non è scrittore.
Qualcosa che non so spiegare. Sappiamo avventurarci in terreni sconosciuti.
Come nel mio ultimo romanzo, Ora o mai più, pubblicato due anni fa — un
titolo che voleva significare che ogni tempo è unico — , cerchiamo di fare
uso della nostra capacità di penetrare la distanza. Di raggiungere universi
che stanno oltre il mondo di cui disponiamo. Attraverso la lettura riusciamo a sapere di più, a trovare il senso da dare alla nostra vita».

frammenti dell'intervista pubblicata su Repubblica il 20 marzo 2014 di Pietro Veronese a Nadine Gordimer in occasione dell'uscita della raccolta 

Racconti di una vita
traduzione di Grazia Gatti
Feltrinelli 2014

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