"Caro Robert, se sapessi quante conversazioni immaginarie faccio con te tutto il tempo".
"Quando penso a come mi sembrerebbe il mondo e la mia vita se tu non fossi presente in tutti e due - mi sembrerebbe molto vuoto, credo".
"Da quando ho visto alcune delle tue poesie ho sentito un meraviglioso senso di sollievo, come se le avessi scritte io".
"Tutte hanno quella presa sicura, come se tu avessi attraversato un periodo in cui qualunque cosa sembrava all'improvviso materia per la poesia - neanche materia, sembravano essere poesia, e tutto il passato era illuminato qua e là da lunghi raggi, come l'alba lungamente attesa".
(...)
Elizabeth Bishop parlava molto meno volentieri di se stessa di quanto lo faceva Lowell: un vero poeta, pensava, doveva nascondere l'ego e le sue, quasi sempre infelici vicissitudini.
frammenti della recensione che Pietro Citati ha pubblicato sul Corriere della Sera di martedì 25 febbraio 2014, dedicata all'epistolario di
Elizabeth Lowell e Robert Bishop
Scrivere lettere è sempre pericoloso
Corrispondenza 1947-1977
Adelphi 2014
2 settimane fa
Nessun commento:
Posta un commento