lunedì 10 marzo 2014

Scrivere è aprire ogni giorno la porta della stessa cella

Se è davvero così arduo dire qualcosa di interessante sull'amicizia allora
è possibile arrivare a un’intuizione ulteriore: che, diversamente dall'amore e dalla politica che non sono mai quello che sembrano essere, l’amicizia è quello che sembra. L’amicizia è trasparente.

John M. Coetzee
(...)
Per cominciare, mi limiterò all'amicizia maschile, l’amicizia fra uomini, l’amicizia fra ragazzi.
1) Sì, esistono amicizie trasparenti e dirette (per usare le tue parole), ma nella mia esperienza non sono molte. Questo può dipendere da un altro dei termini che usi tu: taciturno. Hai ragione a dire che gli amici maschi (almeno in Occidente) tendono a «non parlare dei loro sentimenti reciproci». Farei anche un passo in più, aggiungendo: gli uomini tendono a non parlare di quello che sentono, stop. E se ignori come si sente il tuo amico, o quello che sente, o perché lo sente, puoi dire onestamente di conoscerlo?
Paul Auster
(...)

A cementare la loro intesa c’è però un profondo legame: 
«Sento una certa tenerezza fraterna per te…- scrive Coetzee - Mi dico, il mondo è ai suoi piedi, eppure eccolo lì, ogni mattina alle otto e mezzo, che apre la porta della sua cella, e si presenta per scontare un’altra giornata della sua punizione». 
Insomma, a unirli c’è anche una magnifica prigione.

frammenti delle lettere e della recensione di Mirella Serri all'epistolario di 
Paul Auster e John Maxwell Coetzee
Ora e qui. Lettere 2008-2011
Einaudi 2014

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