L’eternità
Scarpe da tennis allacciate
l’ultima mattina. Ma ultima
e fine sono due vocaboli che
la vita non contiene, che solo
la morte fa brillare nella stella
dell’eternità. Un passo, un pensiero,
un’immagine nell'occhio, qualsiasi,
niente di speciale. Chi vorrebbe
la morte su un treno tra volti sconosciuti
e lingue ancora impastate di sonno?
C’è un viso tumefatto nascosto tra
le rovine, sanguina da un orecchio,
non ha più parole da dire, le parole
le ha mangiate il vento, il respiro
lo ha strappato il treno.
Cosa dire alle rotaie divelte?
Tra dieci giorni sarà primavera.
in memoria delle vittime di Atocha, 11 marzo 2004
Elena Petrassi
Sillabario della Luce
Moretti&Vitali 2007
2 settimane fa
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