Mi chiedo da sempre: perché diamine scrivo quando sarebbe molto più comodo fare altre cose? La letteratura non è una professione piacevole: è un’attività noiosa e sedentaria e, come se non bastasse, comporta sofferenze e sacrifici. Lavoro un po' tutti i giorni e in più leggo. Leggere è una delle cose che mi piacciono di più. Leggere e conversare. Quel che mi piace di meno è scrivere. In generale non ho un’idea chiara di quello che farò. Spesso avverto un vuoto, sono senza idee, ma d’improvviso compare la prima frase.
Valéry diceva che il primo verso è un dono. È vero: scriviamo la prima riga sotto dettatura. Chi ce la dona? Non lo so. Ma sta di fatto che compare una riga e che su quella riga si regge tutta la poesia. La poesia è il suo sviluppo: a volte si scrive per contraddire quella prima riga; altre volte la si segue;altre ancora, quando la poesia è stata scritta,quella prima riga scompare. In definitiva, so-no io che scrivo la prima riga, ma la scrive anche un altro che non sono io. E il dialogo tra chiha scritto la prima riga e quell’altro che scrive il resto continua. C’è uno sdoppiamento, una pluralità di poeti.
frammento dell'autobiografia inedita di Octavio Paz anticipata su Repubblica di sabato 29 marzo 2014.
Octavio Paz
Anch'io sono scrittura
a cura di Julio Hubard
Edizioni Sur 2014
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