Impressioni
di Perugia la prima volta che la visito: Medioevo, allegria, curiosità,
bellezza, a misura umana. Il mattino facciamo una lunga passeggiata per le vie
del centro, fermandoci a guardare le facciate dei palazzi, i cortili, le facce
dei perugini, a respirare i profumi che escono dai forni e dalle pasticcerie.
Dopo un pranzo rapido in una piazza attraversata da pochi turisti, torniamo a
casa di Raffaella, l’editrice di Kaba Edizioni che mi ha invitato a presentare
il nuovo libro di Anna Maria Farabbi La
via del poco, in coedizione tra piédimosca edizioni e Al3vie, una raccolta
di otto plaquette uscite negli anni che trovano insieme una nuova vita e
contribuiscono a dare il senso all’opera raffinata della poetessa. Nel
pomeriggio scendo in giardino, mi ronzano intorno api e farfalle, il profumo
delle piante che mi circondano è intenso è persistente, mi riempio gli occhi di
verde e provo una gioia creaturale perfetta. Il gatto – o gatta ? – che si è
presentato alla porta ieri sera miagolando a voce altissima sino a quando non
abbiamo condiviso il prosciutto crudo che stavamo mangiando insieme a un melone
dolcissimo, non appena mi siedo per rileggere gli appunti e prepararmi alla
presentazione che ci sarà nel tardo pomeriggio da POPOUP libri-spunti-spuntini,
arriva e inizia a fare le fusa, si rotola nel prato, mi salta in braccio, mi dà
tenere testate sulla guancia e poi si sdraia accanto a me. Le ore che passano
sono perfette, una vita più vita, grazie alla natura nella quale sono immersa e
alla presenza dell’adorabile micio. Poi arriva l’ora di tornare in città, la
libreria è in uno slargo che mi ricorda un borgo ligure, c’è una fontana, le
case rosa, gialle e verdi, la gente inizia ad arrivare, ci accomodiamo, beviamo
acqua fresca, chiacchieriamo, poi inizia la presentazione, Anna Maria legge
alcuni testi su mio invito, ha una voce molto bella e una grande capacità
interpretativa. Del suo libro vorrei parlare in un post dedicato, così mi
limito a copiare una poesia.
È la
freccia scoccata dal dio delle origini
che
affonda precisa/mente
dentro
la terra vivente
della
mia fronte
Sono
milioni di uccelli
in
uno stormo a punta
che
vengono a riprodursi in me
nel
brevissimo periodo del disgelo
Prima di ripartire ci fermiamo a comprare al volo due pizze, così scopro che in Umbria la quattro stagioni la fanno col prosciutto crudo e mezzo uovo sodo. Farò felice il micio, ne sono certa. La mia pizza alla fine la mangio in macchina, non tutta, e quando arriviamo a casa ecco che subito il gatto arriva a chiedere la pappa. Mangia senza esitazione il prosciutto, ma di fronte all’uovo sodo, si ferma e mi guarda, come se mi stesso dicendo “Ma davvero devo mangiare questa roba gialla e bianca?”, alla fine mangerà solo il tuorlo. Quando ha finito se ne va e mi intristisco un po’, perché non so se e quando ci rivedremo. Ecco che finisce così questo giovedì 23 giugno del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e questa Cronaca 837 afferma con decisione che l’uovo sulla quattro stagioni non ci va.
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