Oggi
giornata di lavoro durissimo, intenso e divertente e poi a fine pomeriggio
incontro alla Libreria delle Donne per programmare gli incontri futuri. Ci sono
tanti libri interessanti, documentari e persone da incontrare e scoprire. Però oggi
è anche uscito un prezioso libro Verrà la
pace e avrà i tuoi occhi. Piccolo vademecum per la pace ricco di
riflessioni e poesie dedicate a questo tema imprescindibile per educarci a
vivere in un mondo senza conflitti. Che è un intento utopistico, lo so bene, ma
senza l’orizzonte dell’utopia, come scriveva Eduardo Galeano, è difficile
continuare a camminare. Nel libro c’è anche la mia poesia Trittico degli alberi e della pace che ho già postato nelle
Cronache, così scelgo la poesia di Lorenzo Gobbi:
La gioia è un turbine di quiete
Ho
imparato, Layla, quanto
è
giusto stendere la mano
al
disperdersi dei passeri
per
fame – senza foga di nutrire,
di
salvare. Impazzirei se non sognassi
un
dio che è pane.
Penso
che sia stata pronunciata
la
parola semplice, la sola
che
ci ascolti intimamente
senza
dire, della stessa materia
della
luce.
Purifica
il dolore... a me
non
sembra: direi che c’è un bisogno
indiscutibile
di gioia
com’è
forse nella vita oscura
dei
diamanti – gioia pura,
grazia
illimitata perché a volte
l’opera
si compia.
È
bene liberare, Layla,
assolvere
nel gesto e nella voce,
aspergere
col sangue se bisogna –
il
proprio, il solo. Se no, perché
parlare?
Quando
si spezza la canna incrinata
e il
lume che vacilla cede
tutto
alla durezza della notte,
senti
a poco a poco come
un
fremito nel buio e nella terra:
un
saluto che si colma, un abbraccio
caldo
che ridona vita appena può.
Con
un canto di speranza si chiude questo giovedì 9 giugno del terzo anno senza
Carnevale e del primo anno di guerra e questa Cronaca 823, semplice, pura,
luminosa.
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