“Mi piace! Un personaggio che è troppo nevrotico per funzionare nella vita ma che funziona solo nell’arte. Appunti per un romanzo. Inizio possibile. Rifkin conduceva una frammentaria, disarticolata, esistenza. Era arrivato da tempo a questa conclusione: tutti conosciamo la stessa verità. La nostra vita consiste in come scegliamo di distorcerla. Soltanto la sua prosa era serena, quella prosa che in più di un’occasione gli aveva salvato la vita”.
Sto
rivedendo a caso i film di Woody Allen, uno dei mie registi preferiti. È amaro,
filosofico, ironico, antipatico, divertente e commovente. Per ora ho rivisto Match Point e Harry a pezzi, la citazione di apertura è la sua scena finale. Allen
conosce molto bene le nevrosi dell’artista e la letteratura e gli scrittori
sono parte fondamentale del suo bagaglio. Forse anche per questo mi piacciono
così tanto i suoi film. I mie preferiti Hannah
e le sue sorelle, Manhattan e Un’altra donna, me li terrò per ultimi come
faccio sempre. In queste giornate luminose e ormai estive, sto continuando a
leggere i diari di Virginia Woolf, Federico Pace, Borges e Laura Boella, di cui
poi scriverò. Stasera sono poi andata a mangiare una pizza con Alex, Monica,
Franco e Manuela, una coppia di vecchi amici con cui per anni abbiamo trascorsi
dei bellissimi giorni di Ferragosto. Mancava un quarto d’ora alle 22 e la luce
era ancora alta, le rondini sfrecciavano nel cielo e sentivo l’estate scorrermi
nelle vene. Così chiudo questa Cronaca 824 di venerdì 10 giugno del terzo anno
senza Carnevale e del primo anno di guerra con le citazioni che Pace ha messo
in esergo al suo libro La più bella
estate:
Shall
I compare thee to a summer’s day?
William
Shakespeare
I
say Live, Live because of the sun,
the dream, the excitable gift.
Anne
Sexton
Deserto:
tufo e dirupo
odore
di terra bagnata dopo un’estate di sete.
Viene
una voglia:
essere
ciò che sarei stato se avessi saputo ciò che è dato di sapere.
Essere
prima di ogni cognizione. Come i colli. Come un sasso di luna.
Inerte
e sicuro
di
decantazione illimitata.
Amos
Oz
William Shakespeare, I sonetti, a cura di Lucia Folena,
Einaudi, Torino 2021; Anne Sexton, Complete Poems, Ecco Press, New York 1999;
Amos Oz, Lo stesso mare, Feltrinelli, Milano 2000.
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