Viaggio
sempre con almeno tre libri e per questa breve vacanza abruzzese, uno dei tre è
La più bella estate. Storie di una
stagione in cui tutto è possibile (Einaudi 2022) di Federico Pace che già
mi piaceva per i suoi libri precedenti e con questo si conferma come un
cantastorie di pregio. Lui ha questa capacità di infilarsi nelle pieghe della
Storia, delle vite di personaggi eminenti e di tirare fuori sempre qualcosa di
importante, di unico, un’epifania che illumina quella vita e quella persona e
ce la presente nella sua umanità e ricchezza e paura e gioia.
Questo
è l’incipit del libro che mi ha tenuto compagnia in spiaggia almeno per oggi:
La persistenza del desiderio
Dalla finestra si vedono le chiome degli alti pini, poi alcuni scogli e infine il mare. Sono i primi giorni d’estate. Dagli inneschi luminosi fino al dissolversi autunnale, il tempo della sua evoluzione si ripete ogni anno. Nel suo svolgersi pare accadere ogni cosa. Le stelle cadenti, il volo fragile delle farfalle, l’apparire ad altezze mesosferiche delle nubi nottilucenti, l’ostinata fioritura delle gemme. Seppure conosciamo le spiegazioni scientifiche dei fenomeni a cui assistiamo, quando ne facciamo l’esperienza diretta, quelle indicazioni non sembrano esaurirne il significato, piuttosto ne aumentano il mistero. Sempre rimane qualcosa di inaccessibile. Nonostante il rumore assordante e la sua veste consumata di rito collettivo, l’estate è sempre qualcosa di vivo e personale. Di intimo e struggente. Al suo approssimarsi, si sente, prima in maniera incomprensibile, e poi più urgente e chiara, la spinta del ricordo e della promessa. Ciò che è stato e ciò che sarà. Si sente di nuovo il bisogno di mettere in moto qualcosa che ci riguarda davvero. Riaprire il discorso che a un certo punto, senza esserne consapevoli, avevamo lasciato interrotto. Un tuffo in acqua, lo sfiorarsi delle labbra, le notti che si dissolvono nel giorno senza alcuna cesura. Ciò che accade d’estate è caratterizzato da una singolare unicità e il ricordo ci insegue con un’insistenza abbacinante.
Con
questa Cronaca 827 avida di storie, prendo commiato da questo lunedì 13 giugno
del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra.
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