domenica 5 giugno 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/819. La vertigine di ciò che negli specchi si moltiplica

 

 


È domenica mattina, non posso indugiare oltre, salto giù dal letto e vado a fare una passeggiata prima che il resto della città entri in movimento. Come ogni domenica tutto sembra sospeso, l’aria è luminosa e fresca, mi fermo su una panchina a leggere Borges.

 

L’attesa

 

Prima che il frettoloso campanello

squilli e ti aprano e tu entri, oh attesa

dall’ansia, l’universo dovrà già

aver compiuto un’infinita serie

di atti concreti. Non potrà nessuno

calcolarne la cifra, la vertigine

di ciò che negli specchi si moltiplica,

di ombre che si allungano e ritornano,

di passi che divergono e convergono.

La sabbia non saprebbe enumerarli.

(Nel petto l’orologio del mio sangue

batte il trepido tempo dell’attesa).

 

Prima che tu arrivi,

un monaco deve sognare un’ancora,

una tigre morire a Sumatra,

nove uomini morire nel Borneo.

 

 

Mi piace questo libro Storia della notte che non conoscevo, rileggo la poesia e penso che la utilizzerò per scrivere la nuova Cronaca. Il resto della giornata è trascorso a svuotare, pulire e sistemare tutti i mobili della cucina, ma proprio a fondo. E anche a scegliere cosa tenere e cosa buttare della collezione di bottiglie di vetro di vario colore e di boccette. Ci sono oggetti che non so più perché avevo conservato. Ci sono oggetti che hanno smesso di parlarmi e così continuo a scegliere cosa tenere e cosa buttare o regalare. La magica arte del riordino non mi appartiene, la mia arte è piuttosto quella del rigattiere, ma un rigattiere che sta imparando a regalare anche le cose che ama. Oggi è domenica 5 giugno del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e questa Cronaca 819 ha deciso di impadronirsi di qualche oggetto che ho scartato e mi guarda feroce se le dico che bisogna lasciar andare le cose.

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