venerdì 31 maggio 2013

Non ho manoscritti, né taccuini, né archivi

Non ho manoscritti, né taccuini, né archivi. Non ho nemmeno una calligrafia perché non scrivo mai. Sono l'unico, in Russia, che lavora a voce, mentre intorno una canea di farabutti scrive. E sarei uno scrittore, io? Andate al diavolo, imbecilli!*
In compenso ho un sacco di matite, di tanti colori e tutte rubate. Si tengono appuntite con una lametta Gillette.
La lametta Gillette, con il bordo lievemente obliquo e dentellato, mi è sempre parsa uno dei manufatti più nobili dell'industria siderurgica. Una buona lametta Gillette è tagliente come erba palustre, si flette in mano ma non si rompe; ha qualcosa del biglietto da visita di un marziano, o della letterina di un diavolo garbato, con quel foro nel mezzo. La lametta Gillette è prodotta da una società estinta, che ha per azionisti branchi di lupi americani e svedesi.

Osip Mandel'štam 
Quarta prosa in 

Il rumore del tempo
e altri scritti
a cura di Daniela Rizzi
Adelphi 2012


* Citazione dal Matrimonio di Gogol

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