Il pane non è mai lo
stesso. E c’è anche quello che non viene. D’inverno, ad esempio, qui fa troppo
freddo; si fa molta fatica a far lievitare il pane, a meno di surriscaldare la
cucina come un forno. Non si è mai sicuri che riesca. E vi sono degli stadi che
ricordano in tutto e per tutto quelli della scrittura. All’inizio, qualcosa di
informe che si appiccica alle dita: una poltiglia. Poi, la poltiglia diventa
via via più soda, più consistente, e c’è un momento in cui diventa elastica.
Infine, l’istante in cui si sente che il lievito ha cominciato ad agire: la
pasta è viva. Non c’è più che lasciarla riposare. Ma se fosse un libro, il
lavoro potrebbe durare dieci anni.
Marguerite Yourcenar
Ad occhi aperti
Conversazioni con Matthieu
Galey
Traduzione di Laura
Guarino
Bompiani 1999
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