giovedì 30 maggio 2013

Con il gelo e con le stelle

Se non ci fossi tu, rabbia della letteratura, con quale cibo potrei mangiare il sale della terra? Tu dai sapore a quel pane insipido che è il comprendere, tu allegra coscienza del torto, tu sale dei congiurati, tramandato con un perfido inchino un decennio dopo l'altro nella saliera sfaccettata, con tanto di salvietta!*

È per questo che mi dà tanto piacere smorzare l'ardore della letteratura con il gelo e con le stelle acuminate. Manda un crepitio come fosse neve? La gelida strada nekrasoviana le mette allegria?** Se è autentica letteratura sì.

Osip Mandel'štam 
Il rumore del tempo
e altri scritti
a cura di Daniela Rizzi
Adelphi 2012


* Qui si allude al rituale di ospitalità, diffuso nella tradizione russa, che consisteva nell'accogliere gli ospiti importanti offrendo pane (simbolo di ricchezza e prosperità) e sale (protezione contro le avversità). Li si porgeva appoggiandoli su un tovagliolo dispiegato.
** Riferimento alla poesia di Nekrasov «Edu li noc'ju po ulice tëmnoj...» («Se avanzo di notte per la via oscura...», 1847), testo emblematico del filone letterario di ispirazione patetica e umanitaria.

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