Entrambi i protagonisti
del Leviatano sono scrittori: Peter riflette sulle difficoltà che sembrano
rendergli la lingua inaccessibile: «mi sento separato dai miei stessi pensieri,
intrappolato in una terra di nessuno tra il sentimento e la sua espressione»,
dice. Mentre per Sachs la scrittura è priva di sofferenza, le parole scorrono
sulla pagina alla stessa velocità con cui le avrebbe pronunciate. A quale dei
due scrittori lei si sente più vicino?
Sono più vicino a Peter,
scrivere mi prende molto tempo, ho ritmi assai rallentati, e non so
spiegarmelo. Lavoro paragrafo dopo paragrafo, scrivo e poi riscrivo e poi butto
via tutto e ci torno di nuovo su. È doloroso, ma fa parte del mio lavoro:
credere nel bene del libro piuttosto che nella bellezza di una frase o di una
pagina, ecco penso che questo abbia a che fare con l’onestà nei confronti della
propria opera.
Paul Auster
La lingua è un debole strumento
Frammenti dall’intervista - del settembre 1996 - a proposito del
suo romanzo Leviatano nel volume di Francesca Borrelli
Biografi del possibile
Bollati Boringhieri 2005
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