Poco dopo la partenza di Hughes, Sylvia cominciò ad alzarsi ogni giorno all'alba per lavorare nel suo studio fino a quando i bambini non si svegliavano. Era sola, ma la mancanza di distrazioni andava a tutto vantaggio della scrittura e c'era anche la gioia del pieno possesso della sua isola privata: il focolare, la stanza dei bambini, l'orto e il giardino con l'alveare e le api. Su questo mondo riversò non solo tutto il peso del suo dolore ma anche tutto il suo sapere. Esiliata a Court Green dalle circostanze, trovò rifugio in attività che anni di istruzione e di educazione avevano reso una seconda natura: i libri, lo studio, la scrittura, le cure materne, la casa. Scrisse a Olive Prouty:
«Non sono mai stata così felice come quando scrivo, seduta alla mia enorme scrivania, nelle albe azzurre, tutta sola, in segreto e in silenzio».
Diane Middlebrook
Suo marito
Ted Hughes & Sylvia Plath
ritratto di un matrimonio
Mondadori 2009
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