giovedì 22 luglio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/501. In questo andare nel fuoco dei sentieri

 

 


 

Sui siti dei maggiori quotidiani italiani oggi prevalgono le informazioni sul Green Pass, riforma della Giustizia, colori delle zone d’Italia che dipendono dalle percentuali dei ricoveri e delle terapie intensive, che dire?

“Andate in vacanza, ma potreste non partire, o magari non tornare”, “Andate al teatro, al cinema, al ristorante, ma solo se avete il Green”. Da un lato il messaggio è liberi tutti, dall’altro state attenti. Il caos regna sovrano dal punto di vista comunicativo, ma le persone partono, cercano di vivere un’estate normale, negano l’evidenza, negano che il virus sa un problema. Il mondo è pieno di complottisti che continuano a scrivere post su “loro” che ci vogliono proni, asserviti e vaccinati. Ma la maggior parte delle persone che conosco si è vaccinata, alcuni con timore, alcuni ritardano perché hanno problemi di salute. Ma almeno nella mia bolla non è venuta meno la fiducia nella scienza e nell’autorevolezza di chi sa di cosa sta parlando. Seguendo il filo di questo elementare ragionamento non dovrei neanche star scrivendo questa Cronaca, la mia è un’opinione tra centinaia di migliaia, non sono medico, né tanto meno virologo, mi fido perché ho scelto di fidarmi.

Per tornare a scrivere in un campo di maggior confidenza com’è la poesia per me, stasera rileggerò un libro straordinario di Danilo Bramati che è appena uscito. Vi parlerò più e meglio di queste poesie meravigliose, per questa sera prendo commiato con le prime due poesie che aprono la raccolta:

 

 

L’ultima promessa

 

Al bordo di quale fiume

ho attraversato il sonno dei canneti

con un piede oltre il confine?

Smarriti i limiti

ero platano fra i platani,

una sostanza verde,

una crescita incosciente

ma avevo sogni, figure come sfingi

mi traducevano gli oracoli.

 

Era l’ultima promessa. Ora

il fiume giace in un bicchiere,

la riva accoglie

creature di fumo

che prima erano respiri.

 

§

 

Nel fuoco dei sentieri

 

Labile cosa il mondo,

labile cosa la poesia,

labile cosa anche la morte.

Guarda la primula sul ciglio

come si sfa, come si sfoglia

e si tramuta in soffio…


Ma tu sei vivo, abiti lo spazio

dove creature vanno e vengono,

non parli la lingua scura,

l’alfabeto delle ombre.

 

Quanti giri faranno le lancette

prima che l’ultima foglia autunnale

si stacchi, cada nella nebbia?

Perché ancora, ancora ti ossessiona

la memoria del platano

folgorato dalla luce?

 

Ma tu resta nel presente,

nelle cose elementari,

un germoglio, un canneto, un fiume, un sasso,

non consultare oracoli,

il destino è già qui,

in questo andare nel fuoco dei sentieri

con la polvere negli occhi.

 

 

Oggi è giovedì 22 luglio del secondo anno senza Carnevale e questa è la Cronaca 501, avvolta in una nube di poesia e speranza.

Nessun commento: