sabato 10 luglio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/489. Nel giardino, dove le rose invidiano il melograno

 

 


 

Prima della pioggia tutte le energie del cielo si comprimono e attendono solo il momento in cui potersi liberare e scatenare verso ogni direzione. Dopo la pioggia il cielo è tranquillo come dopo l’amore e si riposa. Nel giardino tutto riluce ancora dell’acqua che sgocciola sulle foglie e le fa brillare. Anche gli ultimi fiori del gelsomino sono impregnati di acqua piovana e il loro profumo filtra attraverso le gocce. Poi l’acqua inizia a evaporare, le panchine di pietra sembra stiano fumando e così posso sedermi a guardare il giardino e soprattutto le rose.

 

 

Come fioriscono i melograni

 

Se ogni pensiero fosse una rosa,

sarebbe ancora più profumato

il mio giardino. E se ogni sussulto

del cuore fosse un melograno,

ecco che l’albero sarebbe ancora

più piegato sotto il peso dei frutti.

Ogni desiderio contiene il suo

contrario e non serve dirlo ad

alta voce. Bisogna aspettare

che la stagione arrivi, che le rose

pieghino il capo e si inchinino

all’autunno, sapendo che anche

una rosa può fiorire in un’altra

stagione, ma che nessun frutto

estivo vedrà la luce tenue degli

autunni boreali, nessun frutto,

ma solo un ricordo.

 

 

Stare nel mio giardino, respirare nell’aria calda del pomeriggio e poi acciambellarmi come il gatto in attesa della sera, sentire quanto l’aria è profumata e avere una piccola nostalgia per l’aroma del camino acceso, desiderare autunno, inverno e primavera, tutte le altre stagioni insieme in preda alla nostalgia e poi fermarsi in questa stagione che sta toccando il culmine e non desiderare altro che essere con te a guardare le rose.

 

Oggi è sabato 10 luglio del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca in giardino, dove peraltro continua a gironzolare, è la numero 489.

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