martedì 13 luglio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/492. Una felicità di carta e parole


 

Leggere libri crea dipendenza, comprare libri crea dipendenza. Niente di meglio da annusare di un bel libro di carta, niente di meglio che guardare i libri nelle mie librerie domestiche e nelle incerte torri accanto al letto. È vero, i libri compongono un paesaggio che non sta solo nei nostri occhi ma che ogni giorno ci aiuta a ricordare e definire chi siamo, da dove veniamo e dove vorremmo andare. A Milano hanno chiuso molte belle librerie, la Feltrinelli di via Manzoni e la libreria Utopia tra le ultime, che avrebbero potuto conferirmi la carta di platino come miglior cliente! E ogni tanto compro libri anche su Amazon – Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna e Stati Uniti, perché a volte non resisto all'urgenza di avere tra le mani una novità e non voglio aspettare l’occasione di andare in libreria e perché i libri nelle altre lingue che leggo – inglese, francese e spagnolo – arrivano nel giro di pochi giorni o settimane e mi sembra inutile passare da una libreria fisica visto che a Milano, chiusa la Feltrinelli di piazza Cavour e fatto salvo per la Hoepli, proprio non saprei dove andare a procurarmeli i libri stranieri.

Grande soddisfazione mi dà comprare libri su Maremagnum che è una libreria virtuale che aggrega centinaia di librerie non solo italiane. Ho comprato decine di libri anche da loro perché il gusto di un libro di seconda mano, non somiglia a null'altro al mondo e la mia passione bibliofila si esprime proprio quando compro libri usati. A volte, quando sono molto fortunata, ci sono foglietti e annotazioni, dediche e riflessioni dei proprietari precedenti e questo rende per me quel libro ancora più prezioso. Il momento che amo più di tutti è quando mi arrivano i pacchetti e ogni volta è come se fosse la mattina di Natale quando avevo sei anni. Quando mi capita di leggere un e-book, mi manca la sensazione tattile della carta, il peso nella mano, la copertina, poter sottolineare e segnare e scrivere sui margini come faccio sempre quando leggo un libro che mi piace e scelgo citazioni per il mio blog. Mi manca il non poterli annusare e sfogliare e poi decidere se è un libro che vorrei rileggere, se non rileggerò mai ma voglio comunque tenere, o se è un libro che potrei decidere di vendere al Libraccio o regalare alla biblioteca vicino a casa. Mi piacciono le copertine dei libri di poesia, quelle bianche di Einaudi, quelle colorate di Adelphi, quelle eleganti dei libri di poesia di Crocetti Atì (editore con cui ho pubblicato gli ultimi tre libri di poesia). Prima della pandemia prendevo tutti i giorni la metropolitana per andare in ufficio e così, visto che gli e-reader non hanno copertine, quando i pochi lettori che incrociavo in metrò ogni mattina leggevano su Kindle o Kobo, il non sapere cosa stessero leggendo un po’ mi scocciava. Un giorno c’erano due uomini coi capelli grigi che leggevano libri di carta: il primo, molto più alto di me, leggeva Anna Karenina di Tolstoj e non leggeva nella mente, ma compitava con le labbra e sussurrava parola dopo parola, e non avevo fatto fatica a scoprire il titolo del volume. L’altro, più basso di me, stava leggendo i racconti di Gianrico Carofiglio Non esiste saggezza e si era un po’ seccato perché ho continuato a girargli intorno finché non sono riuscita a vedere la copertina del libro. Ero sempre contenta quando incontravo gente che leggeva in metropolitana anziché sfogliare compulsivamente i social o fare qualche giochino. Una volta ho addirittura incrociato una signora che leggeva Proust in francese e un ragazzo che leggeva il Don Chisciotte.

Anche io, come quasi tutti i lettori forti, quando scopro uno scrittore che mi piace divento un temibile lettore seriale. Devo leggere tutto quello che è stato pubblicato e se ci sono in circolazione biografie, autobiografie, epistolari, carteggi, saggi critici, devo leggere pure questi e sono in preda alla frenesia più assoluta fino a che non ho finito.

Mi era accaduto con Simone de Beauvoir e Grazia Livi, con Colette, con Sylvia Plath, con Rimbaud BaudelaireProust Marie Cardinal, con Alberto Moravia e Eugenio Montale, con Katherine MansfieldVirginia Woolf Marina Cvetaeva, tra gli altri, quando ero ragazza e via via negli anni  Anton Cechov, Tolstoj e Dostoevskij, Raymond Carver, Irène NémirovskyGianrico CarofiglioAlicia Gimenez BartlettAgota Kristof, Philip Roth, Paul Auster e Siri Hustvedt, Karen Blixen e Audrey Thomas, Andrei Makine, Alvaro Mutis e Danilo Bramati, Anne Michaels e Francesco Biamonti, Antonella Anedda e Amos Oz, Marguerite Yourcenar, Mishmima e Murakami. (E qui chiudo, per oggi, la lista perché finirei con il riscrivere la Garzantina della Letteratura).

Leggere è una delle cose che più amo al mondo, i libri sono tra i miei oggetti preferiti. E credo che il segreto di ogni lettore forte stia nella felicità fatta di carta e parole che un libro è.

È una felicità fatta dalla consapevolezza di appartenere a una vasta comunità di lettori e scrittori che conversano e crescono, maturano, amano, imparano, pensano e si divertono attraverso il tempo e lo spazio. Se il tempo è la quarta dimensione, i libri sono la quinta, ogni libro è un mondo da scoprire e condividere. Ogni libro scritto è un dono al mondo, ogni libro letto è la felicità della condivisione. I primi due libri da “grandi” di cui sono diventata proprietaria sono stati il Libro de poemas di Federico Garcia Lorca e un vocabolario Zingarelli della lingua italiana edito da Zanichelli. Le poesie le leggevo senza capire le metafore, avevo sette anni, e il vocabolario lo leggevo in ordine alfabetico. Mi piace pensare che questi due libri abbiano fatto scoccare la scintilla che mi ha spinto non solo a diventare una lettrice forte ma anche a scrivere. Ho pubblicato 5 libri di poesia sinora: Il calvario della rosa; Sillabario della luce; Figure del silenzio; Scrivere il vento; Un’estate invincibile. E anche romanzi, di cui due pubblicati sino ad ora: Frammenti del tredicesimo mese e In giornate identiche a nuvole; e poi a scrivere i profili delle scrittrici che amo per l’Enciclopedia delle donne e recensioni per varie riviste, blog e siti. 

Aveva ragione Umberto Eco quando scriveva che leggere è un’immortalità all'indietro e George R. R. Martin quando dice che leggere è vivere mille vite. Non so se riuscirò a leggere tutti i libri che ho comprato e che mi hanno regalato prima di morire. Ma non ci penso, sono troppo impegnata a leggere.

Oggi è martedì 13 luglio del secondo anno senza Carnevale e la pigna dei libri in lettura mi sta aspettando insieme a questa Cronaca 492 che legge con me.

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