martedì 29 dicembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/296: due paesaggi, un unico mare, una sola domanda

 



VentiVenti e VentiVentuno erano sbarcati sulla spiaggia dell’Isola dei Conigli, a Lampedusa.

-     Non voglio farla tanto lunga, queste acque non hanno bisogno di spiegazioni e descrizioni. Ma dimmi tu cosa vedi…

Come previsto il giovane ribelle rimase senza fiato. Non poteva ancora entrare in mare e crogiolarsi al sole, ma era abbagliato da tanta bellezza.

-     È una spiaggia meravigliosa, me l’avevano descritta i vecchi, ma è ancora meglio dal vivo.

-     Ti ho portato qui anche perché quest’isola è un esempio perfetto delle contraddizioni del mondo umano che dovrai imparare a conoscere. Qui vedi solo un paesaggio mozzafiato, dall’altro lato dell’isola troverai persone arrivate dal mare che stanno scappando dalla vita che avevano o stanno correndo verso la vita che vorrebbero avere.

VentiVentuno volle andare a vedere e scoprì che la gente arrivava su barchini sempre più piccoli e che non c’era paura che tenesse, dovevano partire e partivano. Nessuno credeva fino in fondo che qualcosa di male potesse accadere. Ma accadeva ogni giorno e quel territorio vasto e ricco chiamato Europa, ancora non era riuscito a trovare una sola voce e un solo modo di rispondere a questa emergenza, ancor più da quando era scoppiata la pandemia.

-     Adesso ti porto a vedere un’altra spiaggia famosa, in Liguria questa volta.

 

E in men che non si dica – perché non dimentichiamo che questa è una fiaba e gli Anni si muovono avanti e indietro per il pianeta e su e giù per il Tempo come gli pare e piace – si trovarono sulla spiaggia della Baia del Silenzio a Sestri Levante.

Era l’alba, un’alba estiva e il sole andava svelando i colori delle case e del mare e il silenzio era davvero sovrumano a quell’ora e solo le onde piccole che arrivavano a riva lo infrangevano.

-     Sei pronto per un altro luogo? Dai, andiamo.

-     No, basta! Lo so che il mondo è bellissimo e mi piacerebbe visitarlo. Ma non sono i luoghi a preoccuparmi vecchio… sono le persone e quello che le persone fanno di se stesse e del tempo, cioè di noi. Tu sarai ricordato come uno degli anni peggiori della storia dell’umanità e io non voglio dover passare quello che stai passando tu. Lo so che nessuno si è mai ribellato, ma è ora che qualcuno lo faccia. E quel qualcuno sarò proprio io!

VentiVenti non replicò, rivide se stesso di un anno più giovane, recalcitrante, pieno di dubbi e ancora convinto di poter fare la differenza. Decise di non raccontare al suo erede come si era sentito, forse è vero che ci sono esperienze da fare in prima persona per poter davvero capire.

Visto che il vecchio non parlava, fu VentiVentuno che continuò a parlare a ruota libera, ancora incredulo della facile vittoria.

-     Dai, vecchio torniamo al Senato, si rassegneranno alla mia decisione, non è colpa tua.

Quando VentiVenti e VentiVentuno entrano al Senato del Tempo da una porta laterale, c’è in corso una baruffa vivace tra alcuni degli anni del Ventesimo Secolo. Lui era abituato a vederli così, tutti insieme riuscivano a essere, quei cento anni, il meglio e il peggio della storia dell’umanità. Ed erano stati così intensi che si erano allargati ben oltre la fine del secolo cui appartenevano per essere, poi, costretti a fermarsi solo sulla soglia dell’anno senza Carnevale.

Mentre il secolo breve, che è stato lunghissimo, sospira, sospiriamo anche noi nel Teatro del Mondo e anche io, qui nella città silenziosa, in un giorno freddo e livido, funestato dal terremoto in Croazia e dai mille interrogativi che ci poniamo in merito al vaccino e al piano vaccinale. Ma la domanda è una sola: quando finirà questa dannata pandemia?

 

Oggi è martedì 29 dicembre dell’anno senza Carnevale, questa Cronaca 296 è molto poco poetica, ma ci sono giorni in cui anche la poesia preferisce non uscire dal suo bozzolo.

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