mercoledì 23 dicembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/290: i molti che stanno salvando il mondo, lavorano nell’ombra


È trascorso un altro giorno di affanni e ricerche a vuoto. Abbiamo scoperto che l’intruso di ieri sera, tanto intruso non è.

È lo spirito del Natale del 2018 e dice che è venuto a cercarci perché Bimba ha dormito quasi tutto l’anno e non ha trovato lo spirito del Natale 2020.

-     Forse se lo cerchiamo insieme troveremo la persona giusta, forse.

Lo dice lo spirito natalizio del 2018 e non ci crede nemmeno lui…

Così è Lino che ci fa una proposta, una proposta che non possiamo rifiutare.

-     Sentite, abbiamo solo domani per trovare il nuovo spirito del Natale, è improbabile che ci riusciamo. Bimba, che avrebbe dovuto cercarlo si è addormentata, lei era l’unica ad avere gli indizi ma pare che se li sia dimenticati insieme a tutto il resto.

Lo spirito dell’ultimo Natale alza le spalle e abbassa gli occhi, non sa cosa dire, ed è già abbastanza mortificata. Inutile infierire.

-     Senti tu, bel tomo! Sei stato lo spirito del Natale di due anni fa e cosa hai fatto di speciale? E come ti chiami?

L’uomo è imbarazzato tanto quanto Bimba, dice di chiamarsi Carlo e che lo spirito del Natale lo ha portato in un laboratorio di falegname che stava per chiudere e lui aveva portato nuovi clienti e il lavoro aveva ricominciato a girare.

-     Mi ricordo di te, adesso – intervenne Geppo – sei stato fondamentale e io te ne sono sono grato. Anche se adesso il laboratorio è di nuovo chiuso e non so quando potremo riaprire.

- Ehi! Signora narratrice, ha qualche suggerimento per noi? Ehi! Dico proprio a lei, quella che ha le idee brillanti e pensa di avere sempre ragione.

Io, che sarei la narratrice, ridacchio, ma che ragione… io sto sempre dalla parte del torto, dico loro con malcelato compiacimento.

E poi mi blocco, perché mi viene da ridere e al contempo un’idea.

-     Sentite, abbiamo solo un giorno, domani è la Vigilia di Natale, Miren non può andare in giro con quella pancia, Geppo devo stare con lei e con gli animali. Lino e Chino ad andare in giro con quelle giubbe scolorite morirebbero di freddo, Bimba è ancora rintronata e tu sei appena arrivato. Sai che vi dico? Lo spirito del Natale lo facciamo noi tutti insieme, qui proprio in questa pagina, così le persone che ci stanno leggendo potranno essere con noi e raccontare questa storia. Con il passaparola vedrete che raggiungeremo molta più gente di quanto non potremmo fare da soli. Anche se non è il numero di persone che è importante.

Mi fermo un attimo e poi apro la cesta della poesia e porgo loro I giusti di J. L. Borges, tratta dalla raccolta La cifra del 1981.

 

 

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.

Chi è contento che sulla terra esista la musica.

Chi scopre con piacere un’etimologia.

Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.

Il ceramista che premedita un colore e una forma.

Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.

Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.

Chi accarezza un animale addormentato.

Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.

Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.

Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.

Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

 

-     Ognuno può arricchire questo elenco secondo esperienza e sensibilità. Ognuno di noi conosce dei giusti che lavorano nell’ombra ci dice Lino che parla come un oracolo, al punto che la sua giubba torna a risplendere dell’antico colore rosso.

Allora siamo d’accordo, scriviamo una lista dei giusti e domani, sera della vigilia, la condividiamo e vediamo cosa accadrà.


Questa Cronaca 290 è la quinta parte della mia favola di Natale che si sta avviando alla sua naturale conclusione. Oggi è mercoledì 23 dicembre dell’anno senza Carnevale, spargiamo poesia e parole nuove per dire la speranza che non ci abbandona. Di seguito il testo originale della poesia di Borges.

 

Un Hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.

El que agradece que en la tierra haya música.

El que descubre con placer una etimología.

Dos empleados que en un café del Sur juegan un silenzioso ajedrez.

El ceramista que premedita un color y una forma.

El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.

Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.

El que acaricia a un animal dormido.

El quel justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.

El que agradece que en la tierra haya Stevenson.

El que prefiere que los otros tengan razón.

Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.

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