venerdì 18 dicembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/285: una vita da nuvola non mi impedisce di sognare di essere un gatto

 


È quieto questo giorno d’inverno, una luce azzurrina filtra tra la coltre delle nubi e un paesaggio inaspettato si apre nella mia mente.

Basta così poco per respirare a fondo guardando questa luce e lasciando che i pensieri si aggrappino alle nuvole.

 

Una vita da nuvola


Vorrei restare appesa nella tua

scia e andare dove ti portano

i pensieri, ma la terra mi tiene

salda in questa dimensione e

posso solo immaginare come

dev’essere la vita di una nuvola

libera e gioiosa.

 

Guardiamo con ammirazione a ciò che pensiamo sarebbe meraviglioso diventare:

 

La prima forma è sempre transitoria

 

Io fremo nel guardare la libertà del

fiume e delle sue acque verdi, tutto

il tempo penso che vorrei io pure

scorrere e non svolazzare. Ma

proprio mentre mi sconsolo, una

scossa mi esplode al centro

e divento pioggia e divento fiume.

Nessuno è mai definitivo nella

prima forma che impara ad

amare.

 

 

Oggi ho passato un sacco di tempo a guardare il cielo e le nuvole, a bearmi nel passaggio dalla città silenziosa alla terra delle Montagne della Nebbia.

I lupi mi sono corsi incontro, sembra che mi sorridano. Forse perché sanno che io sono la prima forma non definitiva dell’anima di una poetessa che ama anche narrare storie.

Mi fermo qui, stasera, perché la giornata è stata intensa e dopo le poesie non voglio dire molto altro in tutta questa quiete.

Oggi è venerdì 18 dicembre dell’anno senza Carnevale, il silenzio sta conquistando le strade e la notte, possiamo noi pure raggomitolarci come gatti e sognare di stare correndo in giardino dietro alla farfalla più colorata.


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