venerdì 25 dicembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/292: la tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri

 


 

Allora, bisogna che io chiarisca subito che questa è una fiaba di Natale, per questo nessuno dei personaggi indossa una mascherina. Ma tutti, proprio tutti, coloro che si sono affacciati in queste pagine stanno subendo l’anno della pandemia. Queste Cronache avrei anche potuto intitolarle così, ma era scontato.

È stata la mancanza del Carnevale, la prima festa collettiva che è saltata a darmi il titolo. Per questo Chino – cioè Arlecchino – ha la giubba malconcia ed è disoccupato da marzo insieme a centinai di migliaia di lavoratori e artisti del mondo dello spettacolo, dell’arte, del cinema e del teatro, dei musei eccetera, eccetera.

Il Natale appena trascorso, in tono minore, mi ha ispirato il personaggio di Lino, cioè di Babbo Natale, Natalino, Lino.

Miren e Geppo, la maestra elementare e il falegname, hanno patito il lockdown come tutti noi. Ma gli artigiani più degli impiegati e gli insegnanti, le maestre, i bambini e i ragazzi ancora più di noi adulti e privilegiati smartworker.

Maria e Giuseppe hanno messo al mondo una nuova creatura, un bambino divino che ancora non ha nome.

Mettere al mondo, un bambino prima di tutto, una fiaba, una storia, una musica, una poesia, un dipinto è una delle azioni più potenti che un essere umano possa compiere.

La nascita non è un’abilità individuale, la nostra specie si riproduce così e il corpo femminile diventa la porta tra i mondi.

Mettere alla luce significa dare a una creatura nuova la possibilità di attraversare con un corpo umano, con i nostri sensi, un tragitto dello spazio-tempo strappato all’eternità.

Vorrei tanto che la luce di questa nascita risplendesse sulla difficile, ma non impossibile ripresa che ci attende. Se i vaccini funzioneranno potremo ricominciare a muoverci, a camminare, a respirare. Le cose più elementari che davamo per scontate e che abbiamo imparato a sentire in noi come vitali.

Oggi abbiamo onorato una giornata speciale per centinaia di milioni di persone nel mondo.

Questo solo mi interessa, oggi abbiamo provato quello che scriveva il musicista e compositore Gustav Mahler:

“La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”.

Oggi abbiamo custodito il nostro fuoco e lo abbiamo attizzato con gioia, letizia e speranza.

Non siamo che piccole stelle che brillano un istante nell’eternità, ma quanto splende la nostra luce!

 

Questa è la Cronaca 292 di venerdì 25 dicembre dell’anno senza Carnevale e qui, nel grande Teatro del Mondo, abbiamo terminato la giornata con i tortellini in brodo e il pandoro. Che delizia, spero che anche voi che mi leggete con fedeltà abbiate trascorso una giornata bella e buona. Domani vi racconterò ancora qualcosa di questa fiaba e forse inizierò a raccontarvi quella dell’anno nuovo che stava facendo di tutto per non arrivare.

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