Amos Oz dice che quando scrive racconti brevi si sente come un
viaggiatore abituato a molte valigie, improvvisamente deciso a portarsi solo il
bagaglio a mano: deve compattare tutto quel che prova. Tra amici, il suo ultimo
libro, è un bauletto perfetto: man mano che si squadernano i personaggi delle
singole storie, quello che era il sogno e la realtà del kibbutz negli anni '50
si ricompone come un puzzle coinvolgente e veloce. Da un lato l'incontenibile
utopia di una società giusta, perfetta, spartana, collettiva, di un'umanità
trasformata, di un ebreo nuovo, abbronzato, lontano dalle fragilità e dai
compromessi - dalle sconfitte - che avevano caratterizzato la diaspora,
dall'altro le solitudini, le debolezze e gli egoismi entrati in clandestinità in un microcosmo
rigido che si proponeva di cancellare il lato oscuro, e ancora la tenerezza,
talvolta la voglia di fuga, le ferite, i tradimenti, uomini e donne nella loro
concretezza.
incipit della recensione di Susanna Nirenstein alla raccolta di racconti di
Amos Oz
Tra amici
traduzione di Elena Loewenthal
Feltrinelli 2012
Repubblica 24 giugno 2012
2 settimane fa
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