sabato 29 giugno 2013

Scrivere racconti è viaggiare con il solo bagaglio a mano

Amos Oz dice che quando scrive racconti brevi si sente come un viaggiatore abituato a molte valigie, improvvisamente deciso a portarsi solo il bagaglio a mano: deve compattare tutto quel che prova. Tra amici, il suo ultimo libro, è un bauletto perfetto: man mano che si squadernano i personaggi delle singole storie, quello che era il sogno e la realtà del kibbutz negli anni '50 si ricompone come un puzzle coinvolgente e veloce. Da un lato l'incontenibile utopia di una società giusta, perfetta, spartana, collettiva, di un'umanità trasformata, di un ebreo nuovo, abbronzato, lontano dalle fragilità e dai compromessi - dalle sconfitte - che avevano caratterizzato la diaspora, 
dall'altro le solitudini, le debolezze e gli egoismi entrati in clandestinità in un microcosmo rigido che si proponeva di cancellare il lato oscuro, e ancora la tenerezza, talvolta la voglia di fuga, le ferite, i tradimenti, uomini e donne nella loro concretezza. 

incipit della recensione di Susanna Nirenstein alla raccolta di racconti di

Amos Oz
Tra amici
traduzione di Elena Loewenthal
Feltrinelli 2012
Repubblica 24 giugno 2012

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