Don Chisciotte spiega a Sancio che Omero e Virgilio
non descrivevano i personaggi «così com’erano, ma come dovevano essere per
servire da esempio di virtù alle generazioni future ». Ma lo stesso don
Chisciotte è tutto fuorché un esempio da seguire. I personaggi romanzeschi non
chiedono di essere ammirati per la loro virtù. Chiedono di essere compresi, il
che è completamente diverso. Gli eroi dell’epopea vincono o, se sono sconfitti,
conservano sino all’ultimo respiro la loro grandezza. Don Chisciotte è
sconfitto. E senza grandezza alcuna. Perché d’un tratto tutto è chiaro: la vita
umana in quanto tale è sconfitta. Di fronte all’ineluttabile sconfitta che
chiamiamo vita non ci resta che cercare di comprenderla. In questo risiede la ragion d’essere dell’arte del romanzo.
Milan Kundera
Il sipario
da Il povero Alonso Quijada
traduzione di Massimo Rizzante
Adelphi 2005
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