sabato 8 giugno 2013

Je responderay: io risponderò, sarò responsabile

Ciò che chiamiamo "motto" è probabilmente un concetto estraneo ai giovani d'oggi. Guardando dalla mia epoca a quest'altra, mi rendo conto che questo concetto - la parola, le mot, il motto - è uno dei fenomeni della vita che col passare del tempo hanno decisamente perso valore. Per i miei coetanei il nome era la cosa o l'uomo, addirittura la parte migliore di un uomo, e dire che egli valeva quanto la sua parola era un grande complimento.
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La famiglia inglese dei Finch Hatton ha nel suo stemma la divisa 
« Je responderay ». Credo lo abbia da molto tempo, visto che è scritto in francese antico; 
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Questo vecchio motto mi piaceva tanto che chiesi a Denys, che era sbarcato in Africa prima di me, ..., se potevo farlo mio.
Lui me lo regalò generosamente e me lo fece incidere persino su un sigillo. Quella divisa mi era cara e per me significava molto, per diversi motivi, di cui uno in particolare.
Il primo era il grande valore che dava alla risposta in sé. Perché una risposta è una cosa molto più rara di quanto in genere si creda. Ci sono molte persone estremamente intelligenti che non hanno nemmeno una risposta. Una conversazione o una corrispondenza con loro non è altro che un doppio monologo; sia che tu le accarezzi appena, sia che le colpisca con forza, non manderanno un'eco più sonora di un ciocco di legno. E allora come si fa a continuare a parlare?
Nelle lunghe valli degli altopiani africani sono stata circondata e seguita da echi soavi come quelli di una cassa armonica. Laggiù la mia vita quotidiana era piena di voci che rispondevano, non parlavo mai senza ottenere risposta, parlavo liberamente e senza soggezione, anche quando tacevo. 
Una spiegazione era, credo, che vivevo molto in alto a più di duemila metri sopra il livello del mare, per così dire sul tetto del mondo, dove l'aria sembra l'elemento dominante e tende a trasformare tutti i cuori in arpe eolie.
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In secondo luogo amavo il motto dei Finch Hatton per il suo contenuto etico. 
Io risponderò di quello che dico o faccio; corrisponderò all'impressione che do. 
Sarò responsabile.

Karen Blixen
Dagherrotipi
I miei motti
(discorso pronunciato al Dinner Meeting Address del 28 gennaio 1959)
traduzione di Bruno Berni
Adelphi 1995

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