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La famiglia inglese dei Finch Hatton ha nel suo stemma la divisa
« Je responderay ». Credo lo abbia da molto tempo, visto che è scritto in francese antico;
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Questo vecchio motto mi piaceva tanto che chiesi a Denys, che era sbarcato in Africa prima di me, ..., se potevo farlo mio.
Lui me lo regalò generosamente e me lo fece incidere persino su un sigillo. Quella divisa mi era cara e per me significava molto, per diversi motivi, di cui uno in particolare.
Il primo era il grande valore che dava alla risposta in sé. Perché una risposta è una cosa molto più rara di quanto in genere si creda. Ci sono molte persone estremamente intelligenti che non hanno nemmeno una risposta. Una conversazione o una corrispondenza con loro non è altro che un doppio monologo; sia che tu le accarezzi appena, sia che le colpisca con forza, non manderanno un'eco più sonora di un ciocco di legno. E allora come si fa a continuare a parlare?
Nelle lunghe valli degli altopiani africani sono stata circondata e seguita da echi soavi come quelli di una cassa armonica. Laggiù la mia vita quotidiana era piena di voci che rispondevano, non parlavo mai senza ottenere risposta, parlavo liberamente e senza soggezione, anche quando tacevo.
Una spiegazione era, credo, che vivevo molto in alto a più di duemila metri sopra il livello del mare, per così dire sul tetto del mondo, dove l'aria sembra l'elemento dominante e tende a trasformare tutti i cuori in arpe eolie.
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In secondo luogo amavo il motto dei Finch Hatton per il suo contenuto etico.
Io risponderò di quello che dico o faccio; corrisponderò all'impressione che do.
Sarò responsabile.
Karen Blixen
Dagherrotipi
I miei motti
(discorso pronunciato al Dinner Meeting Address del 28 gennaio 1959)
traduzione di Bruno Berni
Adelphi 1995
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