Quando lo andavo a trovare, Juan Carlos Onetti mi offriva un vino che
causava una cirrosi istantanea e mi impastava la bocca, sicché mi chetavo
subito. Fumava come un turco e per dare lustro alle sue parole mentiva
attribuendole a un proverbio cinese o a un detto etrusco. Una volta mi disse: le uniche
parole che meritano di esistere sono quelle migliori del silenzio.
Non solo gli scrittori ma anche i politici dovrebbero imprimerselo nella mente. Il
silenzio è un linguaggio perfetto ed è dura per la parola competere. Per
questo riscrivo più volte un testo finché non sento che è migliore del
silenzio».
Eduardo Galeano intervistato da Sebastiano Triulzi
Repubblica 29 gennaio 2012
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