Kureishi: «Siamo entrambi scrittori realisti, come Balzac o Flaubert. A me piace scrivere quello che vedo. Di solito, faccio una prima stesura a mano e poi trascrivo nel computer. Ricordo il rumore che faceva mio padre battendo sulla macchina da scrivere. Scriveva romanzi, tutti finiti in un cassetto. Volevo somigliare a lui, forse ancora oggi vorrei essere mio padre».
Houellebecq: «Io invece ho incominciato trascrivendo i miei sogni. A un certo punto, ho mostrato questi testi ad alcune persone e ho avuto una reazione molto positiva. Fondamentalmente, ho continuato per rivivere quella sensazione».
frammenti del dialogo tra Hanif Kureishi e Michel Houellebecq
curato da Anais Ginori su Republlica del 14 dicembre 2010
2 settimane fa
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