sabato 20 aprile 2013

Scrivere significa soprattutto riscrivere

È vero che scrive a mano? Qual è il suo processo di scrittura? 
«Prendo molti appunti a penna, poi scrivo, sempre a penna, i primi abbozzi delle scene. A quel punto trasferisco tutto sul computer per una stesura iniziale ed una prima revisione. Gran parte del mio processo creativo è basato sulla revisione». 

Ed è vero che per cercare l' ispirazione corre? 
«Sì, è vero, ma a volte mi limito a camminare. Credo che sia più comune di quanto si pensi. È un momento di meditazione». 

Recentemente molti scrittori, come Don DeLillo e George Saunders, hanno pubblicato racconti, nonostante la freddezza degli editori verso questa forma letteraria. 
«Ritengo che il motivo per cui i racconti finiscano sempre per essere pubblicati è la loro qualità: pensi all'eccellenza che hanno raggiunto in questa forma espressiva scrittori come Raymond Carver, Tobias Wolff, Anne Beattie, Donald Bartheleme, e Alice Munro. Per quanto mi riguarda amo nei racconti la potenzialità di compressione drammatica: l'equilibrio da raggiungere tra quello che si inserisce e si leva, l'opportunità di presentare personaggi per il minor tempo possibile, ma in maniera vivida». 

Lei è anche una docente: qual è la cosa più importante che si può insegnare ad uno scrittore?
 «Leggere molto e di tutto, godere della lettura e non scoraggiarsi mai». 

Cosa ha imparato dai suoi studenti? 
«L'energia, la capacità di lavoro e l' umorismo. Attualmente sto tenendo un corso sui racconti americani, e apprezzo molto i commenti sulle storie che studiamo insieme». 

In Morte a Venezia Thomas Mann ha scritto che «l' arte è vita ad un livello superiore». 
«Io non credo che l' arte possa essere superiore alla vita. La vedo come un rafforzamento, una stilizzazione, e, spesso, una critica alla vita stessa».

frammenti dell'intervista di Antonia MondaJoyce Carol Oates 
(Repubblica 1 marzo 2013)

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