mercoledì 17 aprile 2013

La casa della narrativa non ha una finestra sola, ma un milione


La casa della narrativa – non ha una finestra sola, ma un milione – un numero quasi incalcolabile di possibili finestre, ognuna delle quali è stata aperta o è ancora apribile, sulla sua vasta fronte, dalla necessità della visione e dalla pressione della volontà individuale.
Queste aperture, di forma e misure dissimili, danno tutte sulla scena umana, sì che ci si potrebbe aspettare, da esse, una identità di riproduzione maggiore di quella che troviamo. Esse sono finestre nel migliore dei casi o altrimenti meri fori in un muro morto, sconnessi, collocati in alto; non sono porte coi cardini che si aprano direttamente sulla vita. Ma hanno questa caratteristica, che ad ognuna di esse v’è una figura con un paio d’occhi o almeno con un binocolo, che costituisce uno strumento unico di osservazione, il quale assicura a chi ne fa uso un’impressione distinta da ogni altra. Lui e i suoi vicini osservano lo stesso spettacolo, ma uno vede di più là dove un altro vede di meno, uno vede nero là dove un altro vede bianco, uno vede grande là dove un altro vede piccolo.
E così via di seguito: fortunatamente non è dato dire dove, per un particolare paio d’occhi, la finestra non si possa aprire: “fortunatamente” in virtù, precisamente, di questa incalcolabilità di raggio. Il campo che si estende, la scena umana, è la “scelta del soggetto”; ma, sia da sola che insieme ad altre, essa non è nulla senza la presenza dell’osservatore – senza, in altre parole, la coscienza dell’artista.
Henry James, 
prefazione a Ritratto di signora
in Le Prefazioni, a cura di Agostino Lombardo, Neri Pozza, 1956.

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