venerdì 19 aprile 2013

La parola è la chiave fatata che apre ogni porta


Io sono sicuro che la differenza
fra il mio figliolo e il vostro
non è nella quantità né nella qualità
del tesoro chiuso dentro la mente
e il cuore, ma in qualcosa che è
sulla soglia fra il dentro e il fuori,
anzi è la soglia stessa: la Parola.
Ciò che manca ai miei è solo questo:
il dominio sulla parola.
Sulla parola altrui per afferrarne
l’intima essenza e i confini precisi,
sulla propria perché esprima
le infinite ricchezze che la mente
racchiude. Sono otto anni
che faccio scuola ai contadini
e agli operai e ho lasciato ormai
quasi tutte le altre materie.
Non faccio più che lingua e lingue.
Mi richiamo dieci, venti volte
per sera alle etimologie. Mi fermo
sulle parole, gliele faccio vivere
come persone che hanno una nascita,
uno sviluppo, un trasformarsi,
un deformarsi. La parola è
la chiave fatata che apre ogni porta.
Chiamo uomo
chi è padrone della sua lingua.

Da Lettere di don Lorenzo Milani,
priore di Barbiana (pagine 57-59)
(recuperato sulla rivista Due Parole diretta da Tullio De Mauro)

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