James Joyce aveva l'abitudine di appoggiare l'orecchio
al pavimento per ascoltare le voci dei contadini che abitavano al piano di
sotto: conversano – diceva – in un idioma così inconsapevolmente ricco di
storia e di fascino da costringermi all'ascolto.
Ma allora si andava a sentire
l'Amleto, oggi lo si va a vedere. Tutto – spettacoli, tv, cinema – sembra
congiurare contro l'orecchio, che vive nel rumore, frastornato dalla mancanza
di silenzio e dunque di musica e poesia.
Andrea Molesini
(da un articolo sul Sole 24Ore dell'11 settembre 2011)
1 mese fa
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