martedì 9 aprile 2013

I miracoli del verde

I miracoli del verde
a Philippe Jaccottet, un ritorno
Ai miracoli del verde solo
un poeta in esilio può dare
ancora credito e forse ragione.
Io ci riesco solo se giro le
spalle e distolgo lo sguardo
dall’umano. Allora gli alberi
parlano, all’improvviso li
sento parlare. Raccontano una
storia di strati orizzontali che la
gravità non ferma, ad ogni
anello nel cerchio corrisponde
una testa di bambino che cresce,
esce da scuola per cinque anni e
poi saluta e non torna più.
Gli alberi conoscono le storie
degli uccelli che nidificano tra
i rami alti e spiccano il volo, ma
non è al volo che si appassionano.
Ogni albero conosce la caduta,
foglia dopo foglia e nella
foglia riconosce il volo, quel che
gli alberi impazziscono per
sapere e di questo narrano leggende
arboree, sapendo com’è stare saldi
sulla terra, incapaci a vincere la
gravità se non un passo alla volta
come facciamo noi.
È questa nostalgia dell’impossibile
cammino a far sì che gli alberi
amino noi umani e li fa sorridere
se cadiamo in un attimo a faccia
in giù come quella foglia. Perché
nostra è la risalita e nostra questa
terra scura che ci sostiene.

Questa è la poesia che chiude la seconda sezione - Il giardino che non conosce il male - del mio terzo libro di poesie
 
Figure del silenzio - Atì editore 2010

E.P.

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