domenica 22 agosto 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/532. Canto per l’estate che finisce

 


L’aria era così fresca questa mattina e alle sei era ancora buio. Allora ho capito che l’autunno ha iniziato a fare le prove generali e che l’estate ha cominciato a riposarsi. Un po’ alla volta smetteremo di desiderare il mare e le spiagge assolate, passerà la fame d’aria aperta e di orizzonti infiniti. Perché, nonostante quel che crediamo, le stagioni sono parte di noi e il nostro corpo non ha bisogno di impararlo, già lo sa che presto la stagione bella sarà passata, lo sa perché sta crescendo in noi il desiderio del fuoco acceso, delle foglie secche che riempiono strade e sentieri, dei frutti autunnali che ci chiameranno a breve dagli alberi. L’euforia dell’estate si sarà placata e una malinconia dolce velerà le giornate e tra i colori accesi delle foglie già andremo a immaginare i rami spogli e la prima neve che pronuncerà il nostro nome con alito di gelo. Da ogni foglia caduta riceveremo la promessa di una foglia nuova nella stagione verde che forse vedremo. Fioriranno ancora i gelsomini e le rose, ma sarà in uno spazio dove ancora non abbiamo accesso. Ora possiamo stare qui, in questa luce dorata che ancora chiama le api a suggere il nettare dagli ultimi fiori. Quando le api saranno tutte al sicuro negli alveari, allora sapremo che anche per noi è il momento di chiudere le finestre quando scende la notte e coprire con una coperta leggera il letto, perché le notti sono fresche e il tempo, dopo tempo e dopo molti sospiri, ci condurrà in una diversa stazione, che somiglierà a quella dell’anno passato, ma non sarà mai davvero la stessa. Perché ogni ritorno delle stagioni è un’illusione. Niente ritorna mai per davvero, tutto è nuovo una sola volta e poi mai più, tutto passerà e resterà in quello spazio che chiamiamo tempo e dove non sappiamo, ancora non sappiamo, ritornare.

 

 

Come un cavaliere del tempo

 

Raccolgo la prima foglia

gialla che l’albero ha

donato alla terra. È stanca

la foglia e il colore ancora

verde inganna l’occhio.

Poi vedo che il vento ha

strappato al cielo un

nuovo patto e che sono

molte le foglie che iniziano

a cadere. Sono molti quei

pensieri che accompagnano

la caduta e non c’è desiderio

di futuro, non nostalgia del

passato. Solo in questo

tempo siamo tutti interi

e teniamo con ciascuna

mano le redini dell’eternità.

 

 

 

Penso questi pensieri mentre cammino a piedi nudi sulla battigia e l’acqua del mare, tiepida e limpida, mi sfiora e mi tocca senza mai cambiare ritmo e respiro. Sento l’autunno che mi nasce dentro, un albero nuovo nella foresta che mi abita, quella che chiamiamo tempo, un nome diverso per un pezzetto di eternità. Ma oggi è ancora estate e il sole scalda, e la terrà è calda e l’aria è luminosa e l’estate non è finita, non ancora, tutto il resto sono solo immaginazioni.

 

Questa è la Cronaca 532 di domenica 22 agosto del secondo anno senza Carnevale, una domenica in bilico tra due stagioni e due angoli nel mio cuore.

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