martedì 3 agosto 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/513. Siamo tornati per sentire quelle voci e il vento

 


È bello ritornare in un luogo che abbiamo amato e riconoscerlo. Non succede quasi mai, perché il tempo piega i luoghi come gli oggetti e ci costringe a mutare con le sue misteriose leggi cui non possiamo sottrarci.

Così sono ritornata a quel fiume che tanto ho amato in anni lontani, un fiume che attraversava, e attraversa, i campi bruciati, e dà acqua alle querce e ai fichi, ai campi di pomodori e poco altro. Accanto al fiume tutti i rumori si attutiscono, i pesci col dorso d’argento scivolano poco sotto la superficie, bisce d’acqua guizzano nere e arriva a gruppi, sempre più numerosi, quel che resta del temporale selvaggio che ha attraversato la regione. A riva, l’erba è ancora umida, ma posso sedermi a ricordare.

 

 

Le mie foglie divelte dalla pioggia

 

Era solo un fiume, era

un ritorno, una scintilla

nella notte, una stella

caduta nel mare. Era

solo un ritorno, era

quel fiume chiaro che

continuava a dire

i nostri nomi, anche

quando eravamo nella

città silenziosa. Per

questo siamo tornati,

per sentire quelle voci

e il vento, la voce del

tempo e della nostalgia.

Che il fiume non sopporta,

lo sappiamo bene, e ci

indica la strada per andare

verso il mare. Dove non

siamo mai stati, ma che

abbiamo sognato. Per

questo io sarò il legno

verde che non ha mai

visto il cielo e tu, proprio

tu, che canti con una voce

che mai raggiungerò, tu

sarai le mie foglie che

la pioggia ha divelto e

insieme saremo albero

di mare, allegro e salato.

 

 

È una tessitura la nostra memoria, noi fissiamo l’ordito, ma la trama è prerogativa del tempo, per questo dobbiamo arrenderci e lasciare che ci passi attraverso e nel passare tenga sempre qualcosa di noi con sé.

Oggi è martedì 3 agosto 2021, il secondo anno senza Carnevale, e questa è la Cronaca 513 che sta ancora camminando nel guado e aspetta che le stelle inizino a specchiarsi nell’acqua sempre più scura.

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