Salutate la casa, il pozzo
gli ulivi, mettete delle colline
il profilo in un’altra quiete che
confonderà le querce
alle ciminiere.
Ai treni consegnate i giochi nei
campi, gli stornelli
dell’estate
lasciateli all’aia. Della cucina
prendete il fumo che con altro
fumo mescolerete.
All’orecchio non confidate
subito il segreto dell’oleandro,
lasciate che le voci barbare
ne violino la sfera.
Il viaggio inizia con la terra
che non si stacca, non si
stacca dalle suole.
Elena Petrassi
Il calvario della rosa
Moretti&Vitali 2004
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