venerdì 26 marzo 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/383. Ho sentito il profumo dell’erica e della palude, ma ero solo io che attraversavo la piazza per ritornare verso casa

 



Il cielo può essere nero come l’inchiostro, grigio come la noia, azzurro come il mare, rosso come le ciliegie, arancione come le arance, azzurro e verde come i tuoi occhi.

Non essere mai davvero solo chi si è, ma assomigliare a qualcun altro, ricordare qualcosa d’altro. Anche noi creature umane portiamo nei tratti del volto, nei corpi, nei gesti, tracce di chi ci ha preceduto, della nostra stirpe e delle nostre ascendenze. Ed è emozionante quando arriviamo a scoprire a quale antenato assomigliamo: a me è accaduto quando ho ritrovato, grazie a una vecchia fotografia, la forma delle mie mani in quelle di mio nonno materno. E poi il naso di mio padre, la bocca di mia madre, i capelli di mio padre, le spalle di mia madre… tutti noi possiamo fare questi elenchi e ritrovare i frammenti che hanno fatto di noi un intero.

 

Il canto delle ripetizioni

 

Un cielo è memoria di tutti

i cieli che abbiamo veduto,

ogni onda non è che ripetizione

di quelle che l’hanno preceduta,

il vento è una teoria di venti e

le stagioni, imploriamo sempre

che assomiglino a se stesse e

ci rinnovino i fiori in primavera,

i frutti in estate, le castagne

d’autunno e la neve in inverno.

Le ripetizioni sono la certezza

che la vita prosegue, che siamo

tutti insieme in questa tessitura

circolare, dove sopra e sotto

hanno senso solo quando siamo

svegli. Ma è nel mondo molteplice

e capovolto dei sogni che l’acqua

scorrerà all’indietro e il tempo

sarà soltanto quel bambino che

gioca in riva al mare.

 

Siamo abitati dai ricordi e posseduti dalle passioni, siamo mondo in una forma chiusa e siamo sogni non ancora sognati. Oggi il cielo è diventato grigio in una manciata di secondi, qui nella città silenziosa, e io mi sono ritrovata a camminare in una brughiera d’Irlanda, tanti e tanti anni fa. Ho sentito il profumo dell’erica e della palude, ma ero solo io che attraversavo la piazza per ritornare verso casa.

Oggi è venerdì 26 marzo del secondo anno senza Carnevale. Il canto delle ripetizioni è una poesia inedita che ho scritto per questa Cronaca 383.

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